Papa Francesco all’Angelus: “Gesù difende la dignità del matrimonio”

Oggi Papa Francesco ha celebrato l'Angelus di domenica 7 ottobre 2018 in Piazza San Pietro, in occasione della festività della Madonna del Rosario.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Oggi “A Sua immagine” ha trasmesso l’Angelus di Papa Francesco, e dedicato a puntata di oggi domenica 7 ottobre, in onda alle 10.30 su Rai1, alle nuove generazioni. Chi sono? Quali sono le loro priorità e che peso danno alla religione? Una nuova ricerca mondiale su un campione di 17 mila giovani promossa dalla Congregazione dell’educazione cattolica, li definisce una generazione gioiosa e ottimista, ma anche preoccupata per il destino della società.

A sua immagine: gli ospiti e le anticipazioni di oggi domenica 7 ottobre 2018.

Lorena Bianchetti, in studio, ne parla con Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza e don Armando Matteo, teologo e autore di numerose pubblicazioni sui giovani. Numerose le testimonianze. Federico, rinuncia al lavoro in una fabbrica di armi. Giulia, opera come volontaria in Paesi in guerra. Daniel, ex carcerato, oggi è laureando.

La Santa Messa Chiesa Ss. Giovanni Battista e Nicolò in Montegiorgio (Fm) e l’Angelus di oggi domenica 7 ottobre 2018.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1, trasmessa oggi dalla Chiesa Ss. Giovanni Battista e Nicolò in Montegiorgio (Fm). Alle 12.00 c’è stato l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Ci ha spiegato il Pontefice nell’Angelus di oggi: «Il Vangelo di questa domenica ci offre la parola di Gesù sul matrimonio. Il racconto si apre con la provocazione dei farisei che chiedono a Gesù se sia lecito a un marito ripudiare la propria moglie, così come prevedeva la legge di Mosè. Gesù anzitutto, con la sapienza e l’autorità che gli vengono dal Padre, ridimensiona la prescrizione mosaica dicendo: “Per la durezza del vostro cuore egli – cioè l’antico legislatore – scrisse per voi questa norma”. Si tratta cioè di una concessione che serve a tamponare le falle prodotte dal nostro egoismo, ma non corrisponde all’intenzione originaria del Creatore.

E qui Gesù riprende il Libro della Genesi: “Dall’inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. E conclude: «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Nel progetto originario del Creatore, non c’è l’uomo che sposa una donna e, se le cose non vanno, la ripudia. No. Ci sono invece l’uomo e la donna chiamati a riconoscersi, a completarsi, ad aiutarsi a vicenda nel matrimonio”.

Le parole nell’Angelus di oggi Papa Francesco: “Gesù difende la dignità del matrimonio”.

Ha proseguito Papa Francesco: “Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà. Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere.

Ed è la stessa pagina evangelica a ricordarci, con grande realismo, che l’uomo e la donna, chiamati a vivere l’esperienza della relazione e dell’amore, possono dolorosamente porre gesti che la mettono in crisi. Gesù non ammette tutto ciò che può portare al naufragio della relazione. Lo fa per confermare il disegno di Dio, in cui spiccano la forza e la bellezza della relazione umana. La Chiesa, da una parte non si stanca di confermare la bellezza della famiglia come ci è stata consegnata dalla Scrittura e dalla Tradizione; nello stesso tempo, si sforza di far sentire concretamente la sua vicinanza materna a quanti vivono l’esperienza di relazioni infrante o portate avanti in maniera sofferta e faticosa.

Il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio attraverso la misericordia e il perdono. Perciò alla Chiesa, in queste situazioni, non è chiesta subito e solo la condanna. Al contrario, di fronte a tanti dolorosi fallimenti coniugali, essa si sente chiamata a vivere la sua presenza di amore, di carità e di misericordia, per ricondurre a Dio i cuori feriti e smarriti», ha concluso il Pontefice.

Le parole di Papa Francesco nell’omelia a Santa Marta.

Vi riproponiamo alcuni stralci dell’omelia a Santa Marta. Il Pontefice venerdì 5 ottobre 2018 ha esortato i fedeli a non vivere il cristianesimo “come un’abitudine sociale”, formalmente, con “l’ipocrisia dei giusti”, che hanno “paura di lasciarsi amare”. E finita la Messa lasciamo Gesù in Chiesa, “non torna con noi a casa”, nella vita quotidiana.

“Siamo cristiani, ma viviamo come pagani”, il monito di Papa Francesco. Gesù “è addolorato per essere respinto”, ha spiegato Francesco sulla scorta del Vangelo, mentre città pagane come Tiro e Sidone, vedendo i suoi miracoli “di sicuro avrebbero creduto”. E piange, “perché questa gente non era stata capace di amare”, mentre Lui “voleva arrivare a tutti i cuori, con un messaggio che non era un messaggio dittatoriale, ma era un messaggio d’amore”.

Noi, commenta il Pontefice, siamo “abituati”. “E quest’abitudine ci fa male, perché riduciamo il Vangelo a un fatto sociale, sociologico, e non a un rapporto personale con Gesù”, ha commentato Francesco: “Gesù parla a me, parla a te, parla a ognuno di noi. La predica di Gesù è per ognuno di noi. Come mai quei pagani che, appena sentono la predica di Gesù, vanno con lui, e io che sono nato, sono nata, qui, in una società cristiana, mi abituo, e il cristianesimo è come fosse un’abitudine sociale, una veste che ho indosso e poi la lascio? E Gesù piange, su ognuno di noi quando noi viviamo il cristianesimo formalmente, non realmente”.

Se facciamo così, ha chiarito il Papa, siamo un po’ ipocriti, con l’ipocrisia dei giusti. ‘Sì, io vado alla Messa ma tu fermati nella Chiesa che io poi vado a casa’. E Gesù non torna con noi a casa: nella famiglia, nell’educazione dei figli, nella scuola, nel quartiere…”. Così Gesù rimane là in Chiesa, ha denunciato Francesco: “O rimane nel crocifisso o l’immaginetta”.

“Oggi può essere per noi una giornata di esame di coscienza, con questo ritornello: ‘Guai a te, guai a te’, perché ti ho dato tanto, ho dato me stesso, ti ho scelto per essere cristiano, essere cristiana, e tu preferisci una vita a metà e metà, una vita superficiale: un po’ sì di cristianesimo e acqua benedetta ma niente di più. In realtà, quando si vive questa ipocrisia cristiana, quello che noi facciamo è cacciare via Gesù dal nostro cuore. Facciamo finta di averlo, ma lo abbiamo cacciato via. ‘Siamo cristiani, fieri di essere cristiani’, ma viviamo come pagani”, ha concluso il Pontefice.

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