Oggi il Pontefice celebrerà l’Angelus trasmesso all’interno del programma A Sua immagine, che oggi propone una riflessione su come la morte si inserisca nella religione cristiana, e su come possa la fede influire sulla vita delle persone, quando si trovano ad affrontare la perdita di un proprio caro. Lorena Bianchetti ne parla con don Luigi Verdi, responsabile della comunità di Romena, e con Maria Rita Parsi, psicoterapeuta. La celebrazione eucaristica è trasmessa dalla Basilica San Nicolò Vescovo in Palazzolo Acreide (Siracusa). Alle 12.00 ci sarà l’Angelus recitato da Papa Francesco da Piazza San Pietro.
Angelus di Papa Francesco di oggi 5 novembre 2023.
Ci ha spiegato il Pontefice che ascoltando il Vangelo di oggi possiamo sentire le parole degli scribi e dei farisei, cioè le guide religiose del popolo. Nei confronti di costoro Gesù usa parole molto severe, perchè essi dicono ma non fanno, e tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente, per apparire. Soffermiamoci su questi due aspetti, ossia la distanza tra il dire ed il fare, e il primato dell’esteriore sull’interiore. A scribi e farisei Gesù contesta la doppiezza, ossia il fatto di predicare una cosa ed di applicarne un’altra.
Vigilare sul pericolo di cadere nella doppiezza del nostro cuore.
Uno dei pericoli su cui vigilare è la doppiezza del nostro cuore, che mette a rischio l’autenticità della nostra testimonianza e la nostra credibilità come persone e come cristiani. Soprattutto coloro che sono chiamati a rivestire un ruolo di responsabilità, religiosi, genitori, politici, devono evitare la doppiezza, la distanza tra il dire ed il fare. Ciò che si predica si deve vivere in concreto, per dare agli altri l’esempio ed essere credibili nella testimonianza.
Occupiamoci della nostra vita interiore senza badare alle apparenze.
Il secondo aspetto viene di conseguenza, ossia il primato dell’esteriore sull’interiore. Infatti, vivendo la doppiezza gli scribi sono preoccupati di dover nascondere la loro incoerenza, per salvare la loro reputazione esteriore. Se la gente sapesse cosa c’è davvero nel loro cuore, sarebbero svergognati, perdendo tutta la loro credibilità. Compiono opere per apparire giusti, per salvare la faccia. Questa gente truccata non sa vivere la verità. A chiusura, ed accogliendo questo monito di Gesù, chiediamoci se anche noi riusciamo ad applicare concretamente ciò che predichiamo, oppure se viviamo nella doppiezza. Se siamo preoccupati solo di mostrarci impeccabili all’esterno, oppure ci prendiamo cura della nostra vita interiore. La Vergine Maria ci aiuti a diventare testimoni credibili del Vangelo.
Il Vangelo di oggi 5 novembre 2023.
Il brano odierno, che verrà commentato dal Pontefice nell’angelus di oggi domenica 5 novembre 2023, è tratto dal Vangelo secondo Matteo, Mt 23,1-12, e recita: «In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Il significato del Vangelo di oggi nelle parole di Papa Francesco.
In uno dei commenti al Vangelo odierno, il Pontefice ha spiegato il significato profondo dell’insegnamento di Gesù, che denuncia apertamente alcuni comportamenti negativi degli scribi e di alcuni farisei, che si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, con atteggiamento di alla superbia, e del vivere basato solo sull’apparenza. Il Pontefice ha rimarcato che noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia. Noi, discepoli di Gesù non dobbiamo fare questo, poiché tra di noi ci dev’essere un atteggiamento semplice e fraterno.