Papa Francesco: l’Angelus di oggi domenica 29 luglio 2018 recitato in Piazza San Pietro!

Papa Francesco oggi domenica 29 luglio 2018 ha celebrato l'Angelus in Piazza San Pietro, in diretta su Rai 1 nel programma a Sua immagine!

Papa Francesco, oggi la Messa a Loreto e l'incontro con i malati nella basilica e i fedeli sul sagrato!

L’11 e il 12 di agosto 2018 i giovani di tutt’Italia si metteranno in cammino per giungere a Roma e vivere con Papa Francesco significativi momenti di riflessione e spiritualità. Di questo si parla oggi A Sua Immagine su Rai 1.

A sua immagine, gli ospiti e i temi di oggi domenica 29 luglio 2018.

In studio con Lorena Bianchetti, a commentare la preparazione dei cammini e l’importante relazione avviata tra Papa Francesco e i giovani ci saranno padre Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo dei Vescovi sui giovani, che si terrà ad Ottobre, don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della Cei e Noemi Sanches, una giovane che ha partecipato al pre-sinodo che ha richiamato 300 giovani provenienti da tutto il mondo.

Oltre la preparazione dei cammini che tutte le diocesi italiane stanno per intraprendere per arrivare a Roma, sentiremo le voci dei giovani, i veri protagonisti del Sinodo.

La Santa Messa dalla Chiesa Maria SS. del Carmine a Putignano (BA) e l’Angelus di Papa Francesco di oggi domenica 29 luglio 2018.

Alle 10.55 la Santa Messa verrà trasmessa dalla Chiesa Maria SS. del Carmine a Putignano (BA), Regia Gianni Epifani e commento Orazio Coclite. Alle 12.00 il Papa ha recitato l’Angelus in piazza San Pietro. Di seguito le parole del Pontefice.

Ci ha spiegato Papa Francesco nell’Angelus di oggi domenica 29 luglio 2018: «Il Vangelo di oggi presenta il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Vedendo la grande folla che lo aveva seguito nei pressi del lago di Tiberiade, Gesù si rivolge all’apostolo Filippo e domanda: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”.

I pochi denari che Gesù e gli apostoli possiedono, infatti, non bastano per sfamare quella moltitudine. Ed ecco che Andrea, un altro dei Dodici, conduce da Gesù un ragazzo che mette a disposizione tutto quello che ha: cinque pani e due pesci; ma certo – dice Andrea – sono niente per quella folla. Bravo questo ragazzo! Coraggioso. Anche lui vedeva la folla, e vedeva i suoi cinque pani. Dice: “Io ho questo: se serve, sono a disposizione”.

Questo ragazzo ci fa pensare… Quel coraggio… I giovani sono così, hanno coraggio. Dobbiamo aiutarli a portare avanti questo coraggio. Eppure Gesù ordina ai discepoli di far sedere la gente, poi prende quei pani e quei pesci, rende grazie al Padre e li distribuisce, e tutti possono avere cibo a sazietà. Tutti hanno mangiato quello che volevano.

Con questa pagina evangelica, la liturgia ci induce a non distogliere lo sguardo da quel Gesù che domenica scorsa, nel Vangelo di Marco, vedendo “una grande folla, ebbe compassione di loro”. Anche quel ragazzo dei cinque pani ha capito questa compassione, e dice: “Povera gente! Io ho questo…”.

La compassione lo ha portato a offrire quello che aveva. Oggi infatti Giovanni ci mostra nuovamente Gesù attento ai bisogni primari delle persone. L’episodio scaturisce da un fatto concreto: la gente ha fame e Gesù coinvolge i suoi discepoli perché questa fame venga saziata. Questo è il fatto concreto. Alle folle, Gesù non si è limitato a donare questo – ha offerto la sua Parola, la sua consolazione, la sua salvezza, infine la sua vita –, ma certamente ha fatto anche questo: ha avuto cura del cibo per il corpo. E noi, suoi discepoli, non possiamo far finta di niente. Soltanto ascoltando le più semplici richieste della gente e ponendosi accanto alle loro concrete situazioni esistenziali si potrà essere ascoltati quando si parla di valori superiori.

L’amore di Dio per l’umanità affamata di pane, di libertà, di giustizia, di pace, e soprattutto della sua grazia divina, non viene mai meno. Gesù continua anche oggi a sfamare, a rendersi presenza viva e consolante, e lo fa attraverso di noi. Pertanto, il Vangelo ci invita ad essere disponibili e operosi, come quel ragazzo che si accorge di avere cinque pani e dice: “Io dò questo, poi tu vedrai…”.

Di fronte al grido di fame – ogni sorta di “fame” – di tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo, non possiamo restare spettatori distaccati e tranquilli. L’annuncio di Cristo, pane di vita eterna, richiede un generoso impegno di solidarietà per i poveri, i deboli, gli ultimi, gli indifesi. Questa azione di prossimità e di carità è la migliore verifica della qualità della nostra fede, tanto a livello personale, quanto a livello comunitario.

Poi, alla fine del racconto, Gesù, quando tutti furono saziati, Gesù disse ai discepoli di raccogliere i pezzi avanzati, perché nulla andasse perduto. E io vorrei proporvi questa frase di Gesù: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Penso alla gente che ha fame e a quanto cibo avanzato noi buttiamo… Ognuno di noi pensi: il cibo che avanza a pranzo, a cena, dove va? A casa mia, cosa si fa con il cibo avanzato? Si butta? No. Se tu hai questa abitudine, ti dò un consiglio: parla con i tuoi nonni che hanno vissuto il dopoguerra, e chiedi loro che cosa facevano col cibo avanzato. Non buttare mai il cibo avanzato. Si rifà o si dà a chi possa mangiarlo, a chi ha bisogno. Mai buttare il cibo avanzato. Questo è un consiglio e anche un esame di coscienza: cosa si fa a casa col cibo che avanza?

Preghiamo la Vergine Maria, perché nel mondo prevalgano i programmi dedicati allo sviluppo, all’alimentazione, alla solidarietà, e non quelli dell’odio, degli armamenti e della guerra», ha concluso il Pontefice.

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