Papa Francesco: l’Angelus di oggi domenica 16 settembre 2018 in Piazza San Pietro!

Oggi Papa Francesco ha celebrato l'Angelus in Piazza San Pietro. Alla fine della celebrazione, c'è stata la distribuzione dei crocifissi.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Oggi domenica 16 settembre 2018 “A Sua Immagine“, alle 10.30 su Rai1, farà un viaggio nelle tradizioni culturali italiane, fatte di devozione popolare, tesori d’arte e cammini nella natura. In studio, con Lorena Bianchetti, saranno presenti Umberto Broccoli, archeologo e autore televisivo, il teologo Giuseppe Lorizio e Federica de Denaro, giornalista e conduttrice televisiva.

A sua immagine: le anticipazioni e gli ospiti di oggi domenica 16 settembre 2018.

Nella puntata si rivedranno le bellissime immagini girate nel corso dell’estate, tra le quali: Ninfa, il giardino più bello del mondo; Napoli, la devozione per San Gennaro; Vicenza, custode dell’arte di Andrea Palladio, il più grande architetto veneto e uno dei maggiori artisti del Cinquecento; Sassari, con la Faradda, ovvero la discesa dei candelieri, una tradizione che viene da lontano.

L’Angelus di Papa Francesco di oggi domenica 16 settembre 2018.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana verrà trasmessa dalla Chiesa del Convento San Francesco in Padula (SA). Alle 12.00 spazio all’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Le parole di Papa Francesco nell’Angelus di oggi domenica 16 settembre 2018.

Ci spiega il Pontefice nell’Angelus di oggi domenica 16 settembre 2018: «Nel brano evangelico di oggi, ritorna la domanda che attraversa tutto il Vangelo di Marco: chi è Gesù? Ma questa volta è Gesù stesso che la pone ai discepoli, aiutandoli gradualmente ad affrontare l’interrogativo sulla sua identità. Prima di interpellare direttamente loro, i Dodici, Gesù vuole sentire da loro che cosa pensa di Lui la gente – e sa bene che i discepoli sono molto sensibili alla popolarità del Maestro! Perciò domanda: “La gente, chi dice che io sia?”.

Ne emerge che Gesù è considerato dal popolo un grande profeta. Ma, in realtà, a Lui non interessano i sondaggi e le chiacchiere della gente. Egli non accetta nemmeno che i suoi discepoli rispondano alle sue domande con formule preconfezionate, citando personaggi famosi della Sacra Scrittura, perché una fede che si riduce alle formule è una fede miope.

Il Signore vuole che i suoi discepoli di ieri e di oggi instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita. Per questo li sprona a porsi in tutta verità di fronte a sé stessi, e chiede: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Gesù, oggi, rivolge questa richiesta così diretta e confidenziale a ciascuno di noi: “Tu, chi dici che io sia? Voi, chi dite che io sia? Chi sono io per te?”.

Ognuno è chiamato a rispondere, nel proprio cuore, lasciandosi illuminare dalla luce che il Padre ci dà per conoscere il suo Figlio Gesù. E può accadere anche a noi, come a Pietro, di affermare con entusiasmo: “Tu sei il Cristo”.

Quando però Gesù ci dice chiaramente quello che disse ai discepoli, cioè che la sua missione si compie non nella strada larga del successo, ma nel sentiero arduo del Servo sofferente, umiliato, rifiutato e crocifisso, allora può capitare anche a noi, come a Pietro, di protestare e ribellarci perché questo contrasta con le nostre attese, con le attese mondane. In quei momenti, anche noi meritiamo il salutare rimprovero di Gesù: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

Fratelli e sorelle, la professione di fede in Gesù Cristo non può fermarsi alle parole, ma chiede di essere autenticata da scelte e gesti concreti, da una vita improntata all’amore di Dio, di una vita grande, di una vita con tanto amore per il prossimo. Gesù ci dice che per seguire Lui, per essere suoi discepoli, bisogna rinnegare sé stessi , cioè le pretese del proprio orgoglio egoistico, e prendere la propria croce. Poi dà a tutti una regola fondamentale.

E qual è questa regola? Chi vorrà salvare la propria vita la perderà. Spesso nella vita, per tanti motivi, sbagliamo strada, cercando la felicità solo nelle cose, o nelle persone che trattiamo come cose. Ma la felicità la troviamo soltanto quando l’amore, quello vero, ci incontra, ci sorprende, ci cambia. L’amore cambia tutto! E l’amore può cambiare anche noi, ognuno di noi. Lo dimostrano le testimonianze dei santi».

La distribuzione dei crocifissi dopo l’Angelus!

Oggi sono stati distribuiti 40mila Crocifissi, in Piazza San Pietro dopo che il Papa mostrerà la piccola Croce dalla finestra del Palazzo Apostolico. A distribuirli “saranno ancora una volta i poveri, i senzatetto e i profughi, insieme a molti volontari e religiosi”. Il crocifisso è accompagnato da un cartoncino che riporta in tre lingue una espressione di Papa Francesco pronunciata durante la Via Crucis della Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile nel 2013: “Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia”.

“Al termine della distribuzione verrà offerto ai volontari bisognosi, che saranno oltre 300, un tramezzino e una bevanda da parte di Papa Francesco”.

Papa Francesco: la distribuzione dei crocifissi al termine dell’Angelus di oggi domenica 16 settembre 2018.

“Il Signore vuole che i suoi discepoli di ieri e di oggi instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita”. E’ questo il cuore dell’Angelus odierno di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il Papa ha voluto donare anche a tutti i presenti un piccolo crocefisso.

Il Pontefice parte dalla domanda contenuta nel Vangelo odierno: “Chi è Gesù? Ma questa volta è Gesù stesso che la pone ai discepoli, aiutandoli gradualmente ad affrontare l’interrogativo di fondo sulla sua identità”.

“Gesù, oggi rivolge questa richiesta così diretta e confidenziale a ciascuno di noi: Chi sono io per te? Ognuno è chiamato a rispondere, nel proprio cuore, lasciandosi illuminare dalla luce che il Padre ci dà per conoscere il suo Figlio Gesù. E può accadere anche a noi, come a Pietro, di affermare con entusiasmo: Tu sei il Cristo”.

Ma “la professione di fede in Gesù Cristo non può fermarsi alle parole, ma chiede di essere autenticata da scelte e gesti concreti, da una vita improntata all’amore di Dio e del prossimo”. Per questo Gesù vuole che “ognuno prenda la sua croce”.

Papa Francesco lo presenta: “Oggi, due giorni dopo la Festa della Santa Croce, ho pensato di regalare a voi che siete qui in piazza un crocifisso. Il crocifisso è il segno dell’amore di Dio, che in Gesù ha dato la vita per noi. Vi invito ad accogliere questo dono e a portarlo nelle vostre case, nella camera dei vostri bambini, o dei nonni… Non è un oggetto ornamentale, ma un segno religioso per contemplare e pregare. Non si paga nulla, è un dono del Papa! Ringrazio le suore, i poveri e i profughi che adesso distribuiranno questo dono, piccolo, ma prezioso!”.

Francesco dopo la preghiera dell’Angelus ha la giornata trascorsa ieri in Sicilia: ” Ringrazio di cuore le autorità civili ed ecclesiastiche e tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione della visita. Ringrazio il bravo pilota dell’elicottero e ringrazio i due vescovi per il loro eccellente servizio pastorale. Tutto il meraviglioso popolo della bellissima terra di sicilia! L’esempio di Don puglisi continui ad illuminare tutti noi perché l’amore è più forte dell’odio!”.

Il giorno di Papa Francesco a Palermo per l’omaggio a don Pino Puglisi.

Ieri, difatti, Papa Francesco è stato a Palermo: la sua una visita per rendere omaggio al martire beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 25 anni fa.

Dopo il pranzo alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte, c’è stata la tappa a Brancaccio, con la visita alla Parrocchia San Gaetano, la sosta al luogo dell’uccisione di padre Pino Puglisi e l’incontro con la famiglia del Beato. Nel primo pomeriggio c’è stato l’incontro con il clero, i religiosi e i seminaristi in Cattedrale e infine l’abbraccio coi giovani al Politeama.

Papa Francesco: ” Vigilate affinchè la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa”.

Nell’incontro in Cattedrale con il clero Papa Francesco ha sottolineato: “Vorrei dire qualcosa sulla pietà popolare, molto diffusa in queste terre. È un tesoro che va apprezzato e custodito, perché ha in sé una forza evangelizzatrice, ma sempre il protagonista deve essere lo Spirito Santo.

Vi chiedo perciò di vigilare attentamente, affinché la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa, perché allora, anziché essere mezzo di affettuosa adorazione diventa veicolo di corrotta ostentazione. Lo abbiamo visto nei giornali quando la Madonna si ferma e fa l’inchino davanti alla casa del capomafia: quello non va, non va assolutamente”.

Papa Francesco al Politeama: “Dio detesta la pigrizia e ama l’azione”.

Papa Francesco è arrivato al Politeama ed ha dialogato con i giovani: “Sono contento di incontrarvi al culmine di questa giornata stancante ma bella, ‘Grazie ai palermitani'”, la risposta del Papa. “Dio detesta la pigrizia e ama l’azione e non si tratta di muoversi per tenersi in forma, si tratta di muovere il cuore in cammino. Sentirsi arrivati, soprattutto per i giovani, è tragico. Non vi sentiate mai arrivati. E’ brutto vedere un giovane in pensione a 22 anni“.

Il Papa ha poi affrontato il tema dell’accoglienza: “La vostra Isola è un centro d’incontro di tante culture. La vostra vocazione sarà sicuramente essere uomini e donne che favoriscono l’incontro. Il mondo di oggi favorisce gli scontri ma la fede si fonda sull’incontro tra noi.

Dio vuole che ci salviamo, come popolo. Voi siete un popolo con un’identità grande e dovete essere aperti agli altri popoli che vengono da voi, come accaduto in altri tempi. Un cristiano che non è solidale non è cristiano. Dio ama chi dona con gioia. Questo è accoglienza: bisogna sporcarsi le mani”.

Ed ha aggiunto:” Abbiamo bisogno di uomini e donne che dicano no al gattopardismo dilagante e che facciano quello che dicono, che denunciano il malaffare e lo sfruttamento, che vivono relazioni libere e liberanti, che amano i più deboli e si appassionano di legalità, specchio di onestà interiore”.

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