Papa Francesco: l’Angelus di oggi, 9 settembre 2018

Scopriamo quali sono le parole di Papa Francesco durante l'Angelus recitato oggi, domenica 9 settembre 2018, in Piazza San Pietro.

Papa Francesco, l'Angelus del 18 novembre 2018 per la Giornata mondiale dei poveri

Papa Francesco ha recitato l’Angelus in Piazza San Pietro. Scopriamo quali sono le parole del Santo Padre di oggi, domenica 9 settembre 2018, e ricordiamo gli ultimi impegni del Papa e l’Angelus di domenica scorsa.

L’Algelus di oggi, 9 settembre: “Anche noi possiamo essere artefici di un miracolo aprendoci alle necessità dei nostri fratelli sofferenti e bisognosi di aiuto”.

Il Vangelo di oggi ci racconta della guarigione miracolosa, operata da Gesù, di un sordomuto. Gesù ha portato l’uomo lontano dalla folla perché desiderava fare del bene, ma non avere successo o popolarità. Il bene, ci vuole far capire Gesù, va compiuto in silenzio, senza ostentazione. Gesù è Dio fatto uomo, quindi comprende le pene umane, ma allo stesso tempo, spiega il Papa, vuol far capire che il miracolo non è messo in atto da lui in quanto uomo, ma in quanto Dio, e per questo alza lo sguardo al cielo.

Il Papa ci spiega come dietro quest’episodio ci sia una duplice guarigione: “Innanzitutto la guarigione dalla malattia e dalla sofferenza fisica, per restituire la salute del corpo. Ma c’è una seconda guarigione, forse più difficile, ed è la guarigione dalla paura. La guarigione dalla paura che ci spinge ad emarginare l’ammalato, ad emarginare il sofferente, il disabile. E ci sono molti modi di emarginare, anche con una pseudo pietà o con la rimozione del problema; si resta sordi e muti di fronte ai dolori delle persone segnate da malattie, angosce e difficoltà. Troppe volte l’ammalato e il sofferente diventano un problema, mentre dovrebbero essere occasione per manifestare la sollecitudine e la solidarietà di una società nei confronti dei più deboli”. Anche noi, spiega il Papa, possiamo essere artefici di un miracolo aprendoci alle necessità dei nostri fratelli sofferenti e bisognosi di aiuto.

L’Angelus e le parole del Santo Padre di domenica scorsa, 2 settembre 2018.

Domenica scorsa il Papa ci ha invitato a praticare la carità verso il prossimo bisognoso: Dio si prende cura di queste persone, e chiede a noi di fare altrettanto.

Nel brano del Vangelo della scorsa domenica, gli scribi e i farisei accusano i discepoli di non seguire i precetti rituali secondo le tradizioni. Il Papa ha narrato che Gesù replica loro dicendo: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini’. Così dice Gesù. Parole chiare e forti! Ipocrita è, per così dire, uno degli aggettivi più forti che Gesù usa nel Vangelo e lo pronuncia rivolgendosi ai maestri della religione: dottori della legge, scribi. Gesù infatti vuole scuotere gli scribi e i farisei dall’errore in cui sono caduti, e qual è questo errore? Quello di stravolgere la volontà di Dio, trascurando i suoi comandamenti per osservare le tradizioni umane. La reazione di Gesù è severa perché grande è la posta in gioco: si tratta della verità del rapporto tra l’uomo e Dio, dell’autenticità della vita religiosa. L’ipocrita è un bugiardo, non è autentico”.

Papa Francesco esalta il valore dell’accoglienza delle Benedettine.

Nel corso dell’udienza alle Benedettine, Papa Francesco ha parlato del valore dell’accoglienza ed ha spiegato che il mondo fatica a vivere questo valore, mentre si dovrebbe guardare più spesso proprio all’esperienza delle Benedettine che, venendo da luoghi diversi, si accolgono e mettono in pratica l’accoglienza. “Siamo tutti figli di Dio e la vostra preghiera, il vostro lavoro, la vostra ospitalità, la vostra generosità, concorrono a manifestare una comunione nella diversità che esprime la speranza di Dio per il nostro mondo: un’unità fatta di pace, di accoglienza reciproca e di amore fraterno”.

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