Papa Francesco, l’Angelus di domenica 4 novembre 2018 in Piazza San Pietro

Oggi domenica 4 novembre 2018 Papa Francesco ha celebrato l'Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso in diretta nel programma A sua immagine.

San Pietro e Paolo, oggi 29 giugno 2019: l'Angelus di Papa Francesco e le celebrazioni a Roma

Oggi su Rai 1 come sempre c’è stato lo spazio dell’Angelus di Papa Francesco e della Santa Messa, trasmessi come di consueto nel programma A sua immagine. La bellezza del volontariato italiano sarà il tema della puntata di domenica 4 novembre di “A Sua Immagine“, in onda dalle 10.30 su Rai1.

A sua immagine: i temi e gli ospiti di domenica 4 novembre 2018

In studio con Lorena Bianchetti il vice direttore di Caritas Italiana, Paolo Beccegato, il volontario del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Paolo Franzese, che ha partecipato l’estate scorsa alle operazioni di soccorso durante la tragedia del Raganello, nel Parco Nazionale del Pollino, e la volontaria della Croce Rossa Italiana, sezione di Roma Iole Severini, che da anni si dedica agli ultimi.

Uno spaccato del mondo della gratuità che sarà arricchito da esperienze di altre associazioni di volontariato che danno vita ad una rete di protezione sociale unica, esaltata anche da Papa Francesco, senza della quale i bisognosi sarebbero solo degli invisibili.

La Santa Messa dalla Chiesa San Silvestro Abate in Fabriano (AN) e l’Angelus di Papa Francesco da Piazza San Pietro

Alle 10.55 la Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1, è stata trasmessa dalla Chiesa San Silvestro Abate in Fabriano (AN), con la regia di Dino Cecconi ed il commento Elena Bolasco.

Alle 12.00 c’è stato, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro. Ci ha spiegato il Pontefice: «Al centro del Vangelo di questa domenica, c’è il comandamento dell’amore: amore di Dio e amore del prossimo. Uno scriba chiede a Gesù: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.

Egli risponde citando quella professione di fede con cui ogni israelita apre e chiude la sua giornata e che comincia con le parole “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore”. In questo modo Israele custodisce la sua fede nella realtà fondamentale di tutto il suo credo: esiste un solo Signore e quel Signore è “nostro” nel senso che si è legato a noi con un patto indissolubile, ci ha amato, ci ama e ci amerà per sempre. È da questa sorgente, questo amore di Dio, che deriva per noi il duplice comandamento: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

Il Comandamento dell’amore: amore di Dio e amore del prossimo nell’Angelus di oggi di Papa Francesco

Scegliendo queste due Parole rivolte da Dio al suo popolo e mettendole insieme, Gesù ha insegnato una volta per sempre che l’amore per  Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro. Pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente! Amare Dio è vivere di Lui e per Lui, per quello che Lui è e per quello che Lui fa. E il nostro Dio è donazione senza riserve, è perdono senza limiti, è relazione che promuove e fa crescere. Perciò, amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità.

L’evangelista Marco non si preoccupa di specificare chi è il prossimo, perché il prossimo è la persona che io incontro nel cammino, nelle mie giornate. Non si tratta di pre-selezionare il mio prossimo: questo non è cristiano. Io penso che il mio prossimo sia quello che io ho preselezionato: no, questo non è cristiano, è pagano; ma si tratta di avere occhi per vederlo e cuore per volere il suo bene. Se ci esercitiamo a vedere con lo sguardo di Gesù, ci porremo sempre in ascolto e accanto a chi ha bisogno. I bisogni del prossimo richiedono certamente risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione.

Con un’immagine possiamo dire che l’affamato ha bisogno non solo di un piatto di minestra, ma anche di un sorriso, di essere ascoltato e anche di una preghiera, magari fatta insieme. Il Vangelo di oggi invita tutti noi ad essere proiettati non solo verso le urgenze dei fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere attenti alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita, di tenerezza. Questo interpella le nostre comunità cristiane: si tratta di evitare il rischio di essere comunità che vivono di molte iniziative ma di poche relazioni; il rischio di comunità “stazioni di servizio” ma di poca compagnia, nel senso pieno e cristiano di questo termine.

Dio, che è amore, ci ha creati per amore e perché possiamo amare gli altri restando uniti a Lui. Sarebbe illusorio pretendere di amare il prossimo senza amare Dio; e sarebbe altrettanto illusorio pretendere di amare Dio senza amare il prossimo. Le due dimensioni dell’amore, per Dio e per il prossimo, nella loro unità caratterizzano il discepolo di Cristo”, ha concluso Papa Francesco.

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