Papa Francesco, l’Angelus di oggi domenica 30 settembre 2018: “La Chiesa non cresce per proselitismo!”

Oggi domenica 30 settembre 2018 Papa Francesco ha celebrato l'Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso su Rai 1 all'interno del programma a Sua immagine.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 3 marzo 2019 in Piazza San Pietro!

Oggi domenica 30 settembre 2018 come di consueto, all’interno del programma A sua immagine, ci sarà lo spazio dell’Angelus recitato da Papa Francesco in Piazza San Pietro.

A sua immagine: le anticipazioni e gli ospiti di domenica 30 settembre 2018.

Alle 10.30 “A Sua Immagine”, su Rai1 alle 10.30, si parlerà di famiglia. In studio, con Lorena Bianchetti, ci saranno don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei e l’attrice Beatrice Fazi con il marito Pierpaolo Platania.

Ad un mese dal raduno mondiale delle famiglie svoltosi con Papa Francesco a Dublino, A Sua Immagine racconterà la famiglia italiana con le sue fragilità e difficoltà quotidiane da affrontare; ma anche la famiglia che si apre all’accoglienza o che incarna la gioia del Vangelo facendone una ragione di vita.

La Santa Messa dalla Chiesa del Corpus Domini in Bologna e l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Alle 10.55 la Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1, è stata trasmessa dalla Chiesa del Corpus Domini in Bologna, ed alle 12 c’è stato, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Ci spiega il Pontefice nell’Angelus di oggi domenica 30 settembre 2018: «Il Vangelo di questa domenica ci presenta uno di quei particolari molto istruttivi della vita di Gesù con i suoi discepoli. Questi avevano visto che un uomo, il quale non faceva parte del gruppo dei seguaci di Gesù, scacciava i demoni nel nome di Gesù, e perciò volevano proibirglielo. Giovanni, con l’entusiasmo zelante tipico dei giovani, riferisce la cosa al Maestro cercando il suo appoggio; ma Gesù, al contrario, risponde: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”».

Le parole dell’Angelus di Papa Francesco: “Gesù vuole educare i suoi discepoli, anche noi oggi, a questa libertà interiore”

Prosegue Papa Francesco nell’Angelus di oggi domenica 30 settembre 2018: «Giovanni e gli altri discepoli manifestano un atteggiamento di chiusura davanti a un avvenimento che non rientra nei loro schemi, in questo caso l’azione, pur buona, di una persona “esterna” alla cerchia dei seguaci. Invece Gesù appare molto libero, pienamente aperto alla libertà dello Spirito di Dio, che nella sua azione non è limitato da alcun confine e da alcun recinto. Gesù vuole educare i suoi discepoli, anche noi oggi, a questa libertà interiore.

Ci fa bene riflettere su questo episodio, e fare un po’ di esame di coscienza. L’atteggiamento dei discepoli di Gesù è molto umano, molto comune, e lo possiamo riscontrare nelle comunità cristiane di tutti i tempi, probabilmente anche in noi stessi. In buona fede, anzi, con zelo, si vorrebbe proteggere l’autenticità di una certa esperienza, tutelando il fondatore o il leader dai falsi imitatori.

Ma al tempo stesso c’è come il timore della “concorrenza” – e questo è brutto: il timore della concorrenza –, che qualcuno possa sottrarre nuovi seguaci, e allora non si riesce ad apprezzare il bene che gli altri fanno: non va bene perché “non è dei nostri”, si dice. E’ una forma di autoreferenzialità. Anzi, qui c’è la radice del proselitismo.

E la Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, cioè cresce per la testimonianza data agli altri con la forza dello Spirito Santo. La grande libertà di Dio nel donarsi a noi costituisce una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti. È l’invito che ci rivolge Gesù oggi. Egli ci chiama a non pensare secondo le categorie di “amico/nemico”, “noi/loro”, “chi è dentro/chi è fuori”, “mio/tuo”, ma ad andare oltre, ad aprire il cuore per poter riconoscere la sua presenza e l’azione di Dio anche in ambiti insoliti e imprevedibili e in persone che non fanno parte della nostra cerchia.

Si tratta di essere attenti più alla genuinità del bene, del bello e del vero che viene compiuto, che non al nome e alla provenienza di chi lo compie. E invece di giudicare gli altri, dobbiamo esaminare noi stessi, e “tagliare” senza compromessi tutto ciò che può scandalizzare le persone più deboli nella fede.

La Vergine Maria, modello di docile accoglienza delle sorprese di Dio, ci aiuti a riconoscere i segni della presenza del Signore in mezzo a noi, scoprendolo dovunque Egli si manifesti, anche nelle situazioni più impensabili e inconsuete. Ci insegni ad amare la nostra comunità senza gelosie e chiusure, sempre aperti all’orizzonte vasto dell’azione dello Spirito Santo», conclude il Pontefice.

Il messaggio di Papa Francesco inviato all’Ente Nazionale Sordi in occasione della 60ª Giornata Mondiale del Sordo.

Vi riproponiamo, anche, il significativo messaggio inviato dal Papa all’Ente Nazionale Sordi in occasione della 60ª Giornata Mondiale del Sordo, che si è celebrata ieri.

Ha sottolineato il Pontefice: “Tanti uomini e donne di buona volontà da molti anni si impegnano a combattere l’esclusione e la cultura dello scarto per tutelare e promuovere, in ogni ambito, il valore della vita di ciascun essere umano e, in particolare, la dignità delle persone sorde”.

La vostra storia dimostra che esistono “persone che hanno creduto nell’unità, nella solidarietà, nella condivisione di obiettivi comuni, nella forza di essere comunità dentro un lungo cammino costellato di progressi, di sacrifici, di battaglie quotidiane. Una storia fatta da chi non si è arreso e ha continuato a credere nell’autodeterminazione delle persone sorde. Questo è un grande risultato, se penso ai tanti sordi e ai loro familiari che, di fronte alla sfida della disabilità, non si sentono più soli”.

Il Papa mette in guardia dalla “pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto, come conseguenza della crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico, il potere e il consumo sfrenato”.

Tutti “siamo chiamati insieme ad andare controcorrente, lottando anzitutto perché sia sempre tutelato il diritto di ogni uomo e ogni donna a una vita dignitosa. Non si tratta solo di soddisfare determinati bisogni, ma più ancora di vedere riconosciuto il proprio desiderio di essere accolti e poter vivere in autonomia. La sfida è che l’inclusione diventi mentalità e cultura, e che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente e concreto sostegno”.

Oltre alle barriere architettoniche, dobbiamo “abbattere tutte le barriere che impediscono la possibilità di relazione e di incontro in autonomia e per giungere a un’autentica cultura e pratica dell’inclusione. Nonostante la disabilità voi evangelizzate e diventate così esempio e stimolo per le comunità cristiane nella loro vita quotidiana”.

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