Papa Francesco, l’Angelus: “È più facile condannare i difetti e i peccati altrui, senza vedere i propri”

Papa Francesco oggi domenica 3 marzo 2019 celebrerà l'Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso in diretta su Rai 1, nel programma A sua immagine.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 3 marzo 2019 in Piazza San Pietro!

Oggi domenica 3 marzo 2019 Papa Francesco celebrerà come di consueto l’Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso su Rai 1, all’interno del programma A sua immagine. “Quando la creatività genera lavoro” della puntata di domenica 3 marzo, su Rai1 alle 10.30. In studio con Paolo Balduzzi l’economista Leonardo Becchetti e il vice presidente delle Settimane sociali dei cattolici italiani, Sergio Gatti.

I temi della puntata di oggi domenica 3 marzo 2019 di A sua immagine.

Proprio grazie al lavoro delle settimane sociali, sono emerse oltre 500 buone pratiche del lavoro creativo in Italia, alcune delle quali sono nate grazie anche all’impegno della Chiesa italiana. Altre col sostegno delle provvidenze statali. A beneficiarne soprattutto i giovani che raccontano di antichi mestieri che consentono di non abbandonare la propria terra rurale, di nuovi lavori che coniugano l’artigianato con l’innovazione tecnologica, dell’industria della cultura che genera servizi per l’arte e la persona, ma anche della produzione industriale che favorisce la solidarietà.

La Santa Messa Chiesa San Michele Arcangelo in GRAMMICHELE e l’Angelus di Papa Francesco.

Come di consueto alle 10.55, la linea passerà alla Santa Messa, sempre in diretta su Rai1: la celebrazione eucaristica verrà trasmessa dalla Chiesa San Michele Arcangelo in GRAMMICHELE (CT). Alle 12.00 ci sarà, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro, momento molto atteso da migliaia di fedeli, che possono ascoltare in tv le parole del Santo Padre dell’angelus domenicale.

Nell’Angelus di oggi il Pontefice ci spiega: “L’odierna pagina evangelica presenta brevi parabole, con le quali Gesù vuole indicare ai suoi discepoli la strada da percorrere per vivere con saggezza. Con l’interrogativo può forse un cieco guidare un altro cieco egli vuole sottolineare che è una guida non può essere cieca, ma deve vedere bene, cioè deve possedere la saggezza per guidare con saggezza, altrimenti si rischia di causare dei danni alle persone che a lei si affidano. Gesù richiama così l’attenzione di quanti hanno responsabilità educative o di comando, il pastore di anime, le autorità pubbliche, i legislatori, i maestri, i genitori, e li esorta ad essere consapevoli del loro ruolo e a discernere sempre la strada giusta sulla quale condurre le persone.

Gesù prende in prestito un’espressione per indicare se stesso come modello di maestro e guida da seguire. Un discepolo non è più del maestro ma ognuno che è ben preparato sarà come il suo maestro. È un invito a seguire il suo esempio ed il suo insegnamento per essere guide sicure e sagge. Questo insegnamento è rinchiuso soprattutto nel discorso della montagna,  che da tre domeniche la liturgia ci propone nel Vangelo, indicando l’atteggiamento della mitezza e della misericordia per essere persone sincere, umili, giuste.

Papa Francesco: “La tentazione è quella di essere indulgente con se stessi, e duri e condannare gli altri”.

Nel brano di oggi troviamo un’altra frase significativa è quella che esorta a non essere presuntuosi, ipocriti. Dice così: “perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?“. Noi nascondiamo sempre i nostri difetti anche a noi stessi, invece è facile vedere i difetti altrui. La tentazione è quella di essere indulgente con se stessi, e duri e condannare gli altri.

È sempre utile aiutare il prossimo con saggi consigli, ma mentre osserviamo e correggiamo i difetti del nostro prossimo, dobbiamo essere consapevoli anche noi di avere dei difetti. Tutti abbiamo difetti e dobbiamo essere consapevoli che prima di condannare gli altri dobbiamo guardare noi stessi. In questo modo possiamo agire in modo credibile con umiltà, testimoniando la carità. Come possiamo capire se il nostro occhio è libero o impedito da una trave? È ancora Gesù che ce lo dice: “Non vi è albero buono che produca frutto cattivo né vi è albero cattivo che produca un frutto buono“.

Ogni albero si riconosce dal suo frutto, il frutto sono le azioni ma anche le parole, anche dalle parole si conosce la qualità. Infatti chi è buono tira fuori dal suo cuore e dalla tua bocca il bene e chi è cattivo trae fuori il male, praticando l’esercizio diffuso tra di noi del chiacchiericcio, del parlare male degli altri. Questo distrugge la famiglia, il posto di lavoro, distrugge quartieri, dalla lingua incominciano le guerre. Pensiamo a questo insegnamento di Gesù e facciamoci la domanda Io parlo male degli altri? Io cerco sempre di sporcare gli altri? Per me più facile vedere i difetti altrui che i miei? E cerchiamo di correggere almeno un po, farà bene a tutti”.

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