Papa Francesco: l’Angelus di oggi domenica 23 dicembre 2018 in Piazza San Pietro!

Domenica 23 dicembre 2018 Papa Francesco celebrerà l'Angelus che precede il Natale in Piazza San Pietro, trasmesso in diretta su Rai.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Domenica importante sul piano religioso quella che precede la vigilia di Natale. Come di consueto su Rai 1 ci sarà lo spazio dell’Angelus di Papa Francesco, trasmesso in diretta su Rai 1 all’interno del programma A sua immagine. “Il presepio e l’albero, simboli affascinanti del Natale, possano portare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo un riflesso della luce e della tenerezza di Dio”. Con queste parole papa Francesco ha salutato e ringraziato i donatori dell’albero di Natale e del Presepio 2018 in Piazza San Pietro.

A sua immagine, anticipazioni ed ospiti di domenica 23 dicembre 2018

Nella puntata di oggi domenica 23 dicembre – in onda alle 10.30 su Rai1 – “A sua immagine” racconterà i riti, simboli e tradizioni della Festa che ha cambiato il mondo. In studio con Lorena Bianchetti, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Lello Scuotto, de la “Sacrabattola”, arte presepiale napoletana e Lia Giancristofaro, antropologa e docente all’Università degli Studi di Chieti.

La Santa Messa dalla Basilica S.Maria in Trastevere in Roma e l’Angelus di Papa Francesco in piazza San Pietro.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana verrà trasmessa dalla Basilica S. Maria in Trastevere in ROMA. Alle 12.00 ci sarà, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

La quarta domenica dell’Avvento

Il Pontefice nell’Angelus di oggi domenica 23 dicembre 2018 ci spiega il significato della quarta domenica dell’Avvento: «La liturgia di questa quarta domenica di Avvento pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo. Fissiamo lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa? La risposta viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta. L’angelo Gabriele le aveva svelato che Elisabetta aspettava un figlio ed era già al sesto mese. E allora la Vergine, che aveva appena concepito Gesù per opera di Dio, era partita in fretta da Nazareth, in Galilea, per raggiungere i monti della Giudea, e trovare sua cugina.

Dice il Vangelo: “Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta”. Sicuramente si felicitò con lei per la sua maternità, come a sua volta Elisabetta salutò Maria dicendo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”. E subito ne loda la fede: “E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. È evidente il contrasto tra Maria, che ha avuto fede, e Zaccaria, il marito di Elisabetta, il quale aveva dubitato, e non aveva creduto alla promessa dell’angelo e per questo rimane muto fino alla nascita di Giovanni. È un contrasto.

Questo episodio ci aiuta a leggere con una luce del tutto particolare il mistero dell’incontro dell’uomo con Dio. Un incontro che non è all’insegna di strabilianti prodigi, ma piuttosto all’insegna della fede e della carità. Maria, infatti, è beata perché ha creduto: l’incontro con Dio è frutto della fede. Zaccaria invece, che ha dubitato e non ha creduto, è rimasto sordo e muto. Per crescere nella fede durante il lungo silenzio: senza fede si resta inevitabilmente sordi alla voce consolante di Dio; e si resta incapaci di pronunciare parole di consolazione e di speranza per i nostri fratelli.

La fede si alimenta nella carità

E noi lo vediamo tutti i giorni: la gente che non ha fede o che ha una fede molto piccola, quando deve avvicinarsi a una persona che soffre, le dice parole di circostanza, ma non riesce ad arrivare al cuore perché non ha forza. Non ha forza perché non ha fede, e se non ha fede non vengono le parole che arrivano al cuore altrui. La fede, a sua volta, si alimenta nella carità. L’evangelista racconta che “Maria si alzò e andò in fretta” da Elisabetta: in fretta, non in ansia, non ansiosa, ma in fretta, in pace. “Si alzò”: un gesto pieno di premura.

Avrebbe potuto rimanere a casa per preparare la nascita di suo figlio, invece si preoccupa prima degli altri che di sé stessa, dimostrando nei fatti di essere già discepola di quel Signore che porta in grembo. L’evento della nascita di Gesù è cominciato così, con un semplice gesto di carità; del resto, la carità autentica è sempre frutto dell’amore di Dio.

Il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta, che abbiamo ascoltato oggi nella Messa, ci prepara a vivere bene il Natale, comunicandoci il dinamismo della fede e della carità. Questo dinamismo è opera dello Spirito Santo: lo Spirito d’Amore che fecondò il grembo verginale di Maria e che la spinse ad accorrere al servizio dell’anziana parente. Un dinamismo pieno di gioia, come si vede nell’incontro tra le due madri, che è tutto un inno di gioiosa esultanza nel Signore, che compie grandi cose con i piccoli che si fidano di Lui», conclude il Pontefice.

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