Papa Francesco: “Il cieco è immagine di ogni battezzato, immerso nella Grazia è stato strappato dalle tenebre”

Oggi domenica 22 marzo 2020 è stato trasmesso l’Angelus recitato da Papa Francesco dalla Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico in Vaticano.

Papa Francesco Angelus di oggi 5 marzo 2023

Papa Francesco ha celebrato l’Angelus di oggi domenica 22 marzo 2020 dalla Sala della Biblioteca di Palazzo Apostolico, come nelle ultime settimane visto che in seguito alle disposizioni per il contenimento della diffusione del Coronavirus non è più possibile la celebrazione in Piazza San Pietro. Come di consueto il programma A sua immagine darà spazio alle 12 all’Angelus del Pontefice.

Gli ospiti e i temi della puntata di A sua immagine di domenica 22 marzo 2020

Nella puntata in onda oggi il programma in onda su Rai1 alle 10.30, si occuperà del senso profondo della preghiera ai tempi del coronavirus. Da Bergamo, la città più colpita dalla diffusione del virus, Lorena Bianchetti mostrerà attraverso un collegamento le testimonianze di fra Piergiacomo della cappellania dell’ospedale Giovanni XXIII e quella della famiglia Cancelli. Tra gli altri ospiti interverranno il teologo Brunetto Salvarani, la biblista Marinella Perroni, il cardinale Matteo Maria Zuppi e da Napoli la signora Carla Tommasini.

La Santa Messa dalla Cappella di Gesù Buon Pastore della Conferenza Episcopale Italiana in Roma e l’Angelus di Papa Francesco

Alle 10.55, la linea è passata alla Santa Messa, trasmessa dalla Cappella “Gesù Buon Pastore” della Conferenza Episcopale Italiana in Roma. Alle 12.00 è stato trasmesso, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco dalla Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico in Vaticano. Ha così sottolineato il Pontefice nell’Angelus odierno: «Al centro della liturgia di questa quarta domenica di Quaresima c’è il tema della luce. Il Vangelo racconta l’episodio dell’uomo cieco dalla nascita, al quale Gesù dona la vista. Questo segno miracoloso è la conferma dell’affermazione di Gesù che dice di sé: Sono la luce del mondo, la luce che rischiara le nostre tenebre. Così è Gesù. Egli opera l’illuminazione a due livelli: uno fisico e uno spirituale: il cieco dapprima riceve la vista degli occhi e poi è condotto alla fede nel “Figlio dell’uomo”, cioè in Gesù. È tutto un percorso. Oggi sarebbe bello che tutti voi prendeste il Vangelo di Giovanni, capitolo nono, e leggeste questo passo: è tanto bello e ci farà bene leggerlo un’altra volta, o due volte. I prodigi che Gesù compie non sono gesti spettacolari, ma hanno lo scopo di condurre alla fede attraverso un cammino di trasformazione interiore…Non è più un mendicante emarginato dalla comunità; non è più schiavo della cecità e del pregiudizio. Il suo cammino di illuminazione è metafora del percorso di liberazione dal peccato a cui siamo chiamati.

Il peccato è come un velo scuro che copre il nostro viso e ci impedisce di vedere chiaramente noi stessi e il mondo; il perdono del Signore toglie questa coltre di ombra e di tenebra e ci ridona nuova luce. La Quaresima che stiamo vivendo sia tempo opportuno e prezioso per avvicinarci al Signore, chiedendo la sua misericordia, nelle diverse forme che la Madre Chiesa ci propone. Il cieco risanato è immagine di ogni battezzato, che immerso nella Grazia è stato strappato dalle tenebre e posto nella luce della fede. Ma non basta ricevere la luce, occorre diventare luce.

Ognuno di noi è chiamato ad accogliere la luce divina per manifestarla con tutta la propria vita. I primi cristiani, i teologi dei primi secoli, dicevano che la comunità dei cristiani, cioè la Chiesa, è il “mistero della luna”, perché dava luce ma non era luce propria, era la luce che riceveva da Cristo. Anche noi dobbiamo essere “mistero della luna”: dare la luce ricevuta dal sole, che è Cristo, il Signore. Ce lo ricorda oggi San Paolo: “Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità”. Il seme di vita nuova posto in noi nel Battesimo è come scintilla di un fuoco, che purifica prima di tutto noi, bruciando il male che abbiamo nel cuore, e ci permette di brillare e illuminare. Con la luce di Gesù».

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