Papa Francesco: l’Angelus di oggi domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Oggi il Pontefice celebrerà l'Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso come di consueto alle 12 su Rai 1 all'interno del programma A sua immagine.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Papa Francesco oggi domenica 1 marzo 2020 celebrerà l’Angelus in Piazza San Pietro, appuntamento trasmesso alle 12 in diretta su Rai 1, all’interno della trasmissione A sua immagine condotta come sempre da Lorena Bianchetti. Si tratta di un appuntamento molto atteso dai fedeli. Scopriamo insieme i temi e gli ospiti della puntata di oggi del programma religioso di Rai 1.

I temi e gli ospiti del programma a Sua immagine della puntata di domenica 1 marzo 2020.

Nella prima domenica di Quaresima, “A Sua Immagine” dedica una puntata a questo tempo liturgico, prendendo lo spunto dalle parole del Pontefice. Si scoprirà come poter vivere questo tempo, che suscita paure e incertezze, come testimoniano gli avvenimenti degli ultimi giorni con la diffusione del coronavirus. Papa Francesco, nel mercoledì delle Ceneri, ha espresso tutta la sua vicinanza ai malati ed agli operatori sanitari. Lorena Bianchetti ne parlerà con don Armando Matteo, teologo e con Luigino Bruni, economista. In studio anche Marco Martinuzzi che racconterà la sua personale conversione.

La Santa Messa dalla Chiesa Santi Valentino e Damiano in San  Valentino in Abruzzo Citeriore (PE) e l’Angelus in Piazza San Pietro.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, in diretta su Rai 1, trasmessa dalla Chiesa Santi Valentino e Damiano in San  Valentino in Abruzzo Citeriore (PE). Alle 12.00 sarà trasmesso, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro. Ci spiega il Pontefice: «In questa prima domenica di Quaresima, il Vangelo racconta che Gesù, dopo il battesimo nel fiume del Giordano, fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Egli si prepara a cominciare la sua missione di annunciatore del Regno dei cieli e, come già Mosè ed Elia, nell’Antico Testamento, lo fa con un digiuno di quaranta giorni. Entra in “quaresima”. Al termine di questo periodo di digiuno, irrompe il tentatore, il diavolo, che cerca per tre volte di mettere in difficoltà Gesù. La prima tentazione prende spunto dal fatto che Gesù ha fame; il diavolo gli suggerisce: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. Una sfida. Ma la risposta di Gesù è netta: Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Egli si richiama a Mosè, quando ricorda al popolo il lungo cammino compiuto nel deserto, in cui ha imparato che la sua vita dipende dalla Parola di Dio.

Poi il diavolo fa un secondo tentativo, si fa più astuto, citando anch’egli la Sacra Scrittura. La strategia è chiara: se tu hai tanta fiducia nella potenza di Dio, allora sperimentala, infatti la Scrittura stessa afferma che sarai soccorso dagli angeli. Ma anche in questo caso Gesù non si lascia confondere, perché chi crede sa che Dio non lo si mette alla prova, ma ci si affida alla sua bontà. Perciò alle parole della Bibbia, strumentalmente interpretate da satana, Gesù risponde con un’altra citazione: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Infine, il terzo tentativo rivela il vero pensiero del diavolo: poiché la venuta del Regno dei cieli segna l’inizio della sua sconfitta, il maligno vorrebbe distogliere Gesù dal portare a compimento la sua missione, offrendogli una prospettiva di messianismo politico. Ma Gesù respinge l’idolatria del potere e della gloria umana e, alla fine, scaccia il tentatore dicendogli: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». E a questo punto, presso Gesù, fedele alla consegna del Padre, si avvicinarono degli angeli per servirlo. Questo ci insegna una cosa: Gesù non dialoga con il diavolo. Gesù risponde al diavolo con la Parola di Dio, non con la sua parola.

Prosegue il Pontefice: “Anche oggi Satana irrompe nella vita delle persone per tentarle con le sue proposte allettanti; mescola la sua alle tante voci che cercano di addomesticare la coscienza. Da più parti arrivano messaggi che invitano a “lasciarsi tentare” per sperimentare l’ebbrezza della trasgressione. L’esperienza di Gesù ci insegna che la tentazione è il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di Dio: “Ma, fai questo, non c’è problema, poi Dio perdona! Ma un giorno di gioia prenditelo…” – “Ma è peccato!” – “No, non è niente”. Vie alternative, vie che ci danno la sensazione dell’autosufficienza, del godimento della vita fine a sé stesso. Ma tutto ciò è illusorio: ben presto ci si rende conto che più ci allontaniamo da Dio, più ci sentiamo indifesi e inermi di fronte ai grandi problemi dell’esistenza”.

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