Papa Francesco Angelus 30 giugno, i due miracoli di Gesù

Scopriamo insieme le parole di Papa Francesco pronunciate nell'Angelus di oggi 30 giugno, dinanzi a centinaia di fedeli.

Papa Francesco Angelus 30 giugno

Oggi Papa Francesco celebra l’Angelus di domenica 30 giugno, trasmesso su Rai 1 all’interno del programma A Sua immagine. Oggi la Santa Messa e la celebrazione eucaristica è stata trasmessa dalla Basilica Santa Rita da Cascia. Dopo lo spazio per la rubrica “Verso il Giubileo” che porta verso l’Anno Santo alle 12.00 c’è il consueto appuntamento con l’Angelus recitato da Papa Francesco da Piazza San Pietro.

I due miracoli di Gesù raccontati nell’Angelus odierno

Ci spiega il Pontefice che nel Vangelo odierno si raccontano due miracoli, uno di guarigione ed uno di resurrezione. Entrambe avvengono attraverso il contatto fisico, infatti la donna tocca il mantello di Gesù e la donna prende per mano il Signore. Entrambe le donne sono considerate impure e quindi con loro non ci potrebbe essere un contatto fisico. Gesù, invece, si lascia toccare ed a sua volta non ha paura di toccare. Lui mette in discussione la concezione religiosa che separa i puri dagli impuri. Per Lui tutti non c’è questa distinzione, perchè tutti noi siamo suoi figli. L’impurità per Gesù viene solo da un cuore impuro.

Dio non ci tiene a distanza ma si avvicina

Allora il Pontefice ci spiega che l’insegnamento di oggi è che di fronte alle sofferenze del corpo e dello spirito, di fronte alle ferite dell’anima, alle situazioni che ci schiacciano, Dio non ci tiene a distanza, non si vergogna di noi, non ci giudica anzi si avvicina per farsi toccare e per toccare, e ci rialza dalla morte, ci prende per mano per dirci vai avanti. Fissiamo nel cuore questa immagine che Gesù ci consegna, ossia Dio è uno che ti prende per mano e ti rialza, si lascia toccare dal tuo dolore e ti tocca per guarirti.

Egli non discrimina nessuno perchè ama tutti. Allora possiamo chiederci: “Noi crediamo che Dio è così? Ci lasciamo toccare dal Signore, dalla sua parola dal suo amore? Entriamo in relazione con i fratelli offrendo loro una mano per rialzarsi? Oppure etichettiamo le persone in base ai nostri gusti e quelle che sono le nostre preferenze?“. Abbiamo bisogno di Chiese e società che non escludano nessuno, che non trattino nessuno come impuro, e che ciascuno di noi con la propria storia sia accolto e amato senza etichette e pregiudizi.

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