Pamela Prati, dopo il caso di cui è stata lungamente protagonista negli ultimi mesi, di cui si è a lungo dibattuto in particolare nel salotto di Barbara D’Urso su Canale 5, è tornata ad esprimersi sulla vicenda di Marc Caltagirone, e ne ha dato la sua versione dei fatti tramite una lettera pubblicata nel libro “Prati-gate”. La Prati si è lasciata andare ad uno sfogo in cui ha rivelato di essere stata sempre delusa in amore, sin da quando era piccola, periodo in cui insieme ai suoi fratelli è stata strappata dalla famiglia e messa in un istituto. Ha rivelato la showgirl: “L’amore è stata la mia più grande sofferenza. Ne sono stata privata da quando avevo due anni, assieme ai miei fratelli, mi hanno strappato dalle braccia di mia madre, caricata, come bestiame, su una camionetta e portata in un istituto dall’altra parte della Sardegna”.
La Prati ribadisce la sua estraneità alla vicenda di Caltagirone.
Fin dall’ora la Prati ha cercato di trovare quell’amore che le era stato negato sin da piccola, e proprio in questo contesto di fragilità si sarebbero inserite le macchinazioni ordite ai suoi danni dalle ex agenti. Secondo la Prati, infatti, le due l’avrebbero plagiata utilizzando una falsa identità quella di Mark Caltagirone: “A un certo punto un Deus ex machina malvagio le realizza esattamente questo sogno, utilizzando i suoi racconti: le costruisce l’uomo dei suoi sogni e due bambini di cui occuparsi”. La Prati ancora una volta si è dichiarata vittima e non complice della situazione. Le due ex agenti le avrebbero fatto credere all’esistenza di un numero in realtà immaginario per condizionarne le scelte. Dal loro canto le ex agenti della Prati continuano a professarsi innocenti, e ribadiscono di non aver plagiato nessuno e che la Prati fosse a conoscenza dell’inesistenza di Mark Caltagirone.
