Opzione Donna: ultime novità. Il punto ed il bilancio del Movimento Opzione Donna!

Il Movimento Opzione Donna prosegue la sua battaglia per la proroga di opzione donna al 2018. Ecco il punto e le proposte indicate nell'ultimo post.

Proroga Opzione Donna: il nuovo appello e le specifiche richieste del Movimento Opzione Donna al governo

Il Movimento Opzione Donna prosegue il dialogo con il governo e la sua battaglia per l’approvazione della proroga del regime opzione donna. Nel post dal titolo Tempo di attesa, pubblicato ieri sulla pagina Facebook del gruppo Movimento Opzione Donna, Lucia Rispoli e Teresa Ginetta Caiazzo, le amministratrici del Movimento, hanno fatto un piccolo punto della situazione, riconoscendo la fruttuosità del dialogo con il Governo attuale e ponendo all’attenzione, in “un’ottica propositiva e collaborativa”, nuove soluzioni più inclusive per l’attuazione della Proroga di Opzione Donna.

L’ultimo post ed il bilancio del Movimento Opzione Donna

Sottolineano le amministratrici del Movimento Opzione Donna nel post Tempo di attesa: «Care Amiche, questo tempo d’attesa per noi è tempo di definizione da parte del Governo dei termini della Proroga che da tanto attendiamo. Riconosciamo a questo Governo di aver onorato per primo, nelle proprie decisioni, il moderno principio della sussidiarietà nei confronti delle Donne rappresentate dal nostro Movimento e dal Comitato Proroga Opzione Donna 2018, dimostrando di rispettarle ed ascoltarle nella veste politica di “interlocutore attivo e collaborativo”.

Pertanto, dall’incontro tenutosi presso il Ministero del Lavoro lo scorso 10 ottobre ad oggi non abbiamo mai smesso di chiedere il massimo impegno ai Parlamentari che ci hanno sostenuto perché possa essere approvata al più presto la necessaria disposizione legislativa recante la proroga di questa misura di flessibilità pensionistica dedicata alle donne che, come è noto, non raggiungono quasi mai i “traguardi contributivi” previsti dall’attuale sistema pensionistico post legge Fornero.

Siamo fiduciose che in questo tempo il Governo stia vagliando margini migliorativi rispetto al quadro già configurato in occasione dell’incontro con il Ministro del Lavoro On. Luigi di Maio che contemplava come necessario l’aumento di un anno del requisito anagrafico, affinché sia ricercata una soluzione migliorativa che non lasci indietro le tante Donne che risulterebbero fuori dalla Proroga di Opzione Donna conseguentemente alla modifica del requisito anagrafico. Siamo fiduciose che questo Governo, così come ha riesaminato e reitrodotto Opzione Donna nell’agenda politica dimostrando di essere vicino alle Donne, stia anche ricercando ora la strada più inclusiva per la sua applicazione, e che sia ormai vicino alla soluzione».

Le soluzioni proposte dal Movimento Opzione Donna per la proroga della misura

E noi, proprio nello spirito collaborativo e d’ascolto che ha finora connotato il rapporto di questo Governo con le Donne, continuiamo a riflettere e ad esaminare possibili e condivisibili soluzioni più inclusive per l’attuazione della Proroga di Opzione Donna, anche e soprattutto nella sua attuale difficile fase evolutiva:
1) In merito al requisito anagrafico di accesso ad Opzione Donna, abbiamo preso atto della modifica dalla legge 243/2008 relativa all’incremento di 1 anno del requisito anagrafico (originariamente previsto in 57/58 anni) comunicataci dal Ministro del Lavoro come condizione necessaria per poter consentire al Governo di procedere ad una proroga di Opzione Donna al 2018, alla luce delle indicazioni fornite dall’Inps circa il relativo fabbisogno.

La definizione di un “NUOVO REQUISITO ANAGRAFICO” pari a 58/59 anni” per l’accesso ad Opzione Donna a modifica della disciplina vigente in materia di Opzione Donna riteniamo, quindi, debba considerarsi inclusiva di quanto già statuito in attuazione della vigente disciplina legislativa in materia di “aspettativa di vita”, con l’emanazione dei decreti direttoriali 6 dicembre 2011, 16 dicembre 2014 e 5 dicembre 2017, i quali hanno GIA’ aumentato i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici di complessivi 12 mesi ed, in particolare, rispettivamente, di tre mesi, quattro mesi e (a decorrere dal 01.01.2019) cinque mesi.

Considerando, infine, che non è stata prevista alcuna riduzione della “finestra mobile” per l’erogazione della pensione O.D. (che resta così fissata in 12/18 mesi per le lavoratrici dipendenti ed autonome) e che risulta mantenuta l’applicazione del SISTEMA CONTRIBUTIVO per l’intera carriera lavorativa delle donne optanti (produttivo di notevoli risparmi per le casse dello Stato), il requisito di 58/59 anni inclusivo di ogni ulteriore incremento dovuto per l’aspettativa di vita ci sembra una situazione di equilibrio “equa”, anche rispetto al sistema di pensionamento attualmente previsto per “Quota 100”, con requisiti di 62 anni e 38 anni di contributi, l’applicazione di un sistema retributivo/misto e la presumibile finestra mobile di 3 mesi, nonché in grado di soddisfare i calcoli dell’Inps e della Ragioneria Centrale dello Stato circa il “costo” dell’adeguamento di vita di 12 mesi (considerando addirittura incluso quello di 5 mesi previsto per il prossimo 2019).

Chiediamo, quindi, che la disposizione legislativa che sarà adottata dal Parlamento a modifica ed integrazione della legge 243/2004 per la proroga di Opzione Donna, nel prevedere l’incremento di 1 anno del requisito anagrafico della platea di donne pensionabili con tale misura, precisi in modo inequivocabile che tale requisito soddisfa già l’adeguamento di vita di 12 mesi.

2) In merito ai tempi di adozione del provvedimento legislativo recante la proroga di Opzione Donna, abbiamo appreso da recenti dichiarazioni di esponenti politici, a vario titolo intervenuti in queste ultime settimane, che non solo la Proroga di Opzione Donna è confermata, ma addirittura sono previsti fin d’ora RISPARMI sull’effettivo utilizzo della misura da parte delle donne, risparmi che il Governo intenderebbe reinvestire sempre nelle misure pensionistiche (cit., tra altri, On. Borghi Presidente della Commissione Bilancio della Camera).

Inoltre, come ormai appare inevitabile, contrariamente alle precedenti intenzioni, l’emanazione del provvedimento collegato verrà differita dal 2018 al primo trimestre del 2019, e non si ha ancora alcuna certezza della data di attuazione del medesimo provvedimento tale da consentire alle donne la possibilità di avanzare domanda di pensione e di sapere quando sarà effettiva l’erogazione del primo assegno con la misura Opzione Donna. Pertanto, si dovrebbe tener conto del fatto che QUESTO TEMPO HA UN COSTO ED UN PESO PER LE DONNE IN TERMINI DI CONSISTENTE ULTERIORE RITARDO NELL’ACCESSO AL TRATTAMENTO PENSIONISTICO, MA NEL CONTEMPO COSTITUISCE UN NOTEVOLE RISPARMIO DI SPESA PER LO STATO».

Reinvestire i risparmi sulla proroga di opzione donna per ampliare la platea delle beneficiarie

Prosegue il Movimento Opzione Donna: «Sarebbe giusto che tale risparmio fosse reinvestito in una proroga ulteriore della misura, adeguata al periodo di differimento dal 2018 al 2019, in modo da bilanciare questa mancanza accontentando almeno una platea di donne più ampia. D’altronde lo stesso Ministro Di Maio, nel corso dell’incontro tenutosi il 10 ottobre, assicurò una soluzione a breve che non solo non lasciasse indietro le Donne rimaste fuori dalla proroga al 2018 a causa dell’aumento di un anno del requisito anagrafico, ma che potesse comunque garantire in futuro l’accesso alla misura con nuovi provvedimenti di proroga annuale fino a quando un’ulteriore platea di donne ne avesse ancora ravvisato il bisogno.

E ciò reinvestendo subito i risparmi conseguiti e scongiurando in tal modo anche il loro improprio “ritorno” alla Ragioneria di Stato che li sottrarrebbe ancora una volta alle politiche femminili. C’è da dire, infine, che il differimento al 2019 del provvedimento atteso entro il 2018 renderebbe comunque difficile varare dopo pochi mesi un’ulteriore proroga a valere sul bilancio del prossimo anno, E QUESTO RAPPRESENTA UN VALIDO MOTIVO IN PIÙ PER CONSIDERARE FIN D’ORA UNA PROROGA DELLA MISURA, IN TUTTO O IN PARTE, AL 2019.
Si tratta, è vero, di chiedere uno sforzo ulteriore da parte del Governo, un impegno che implica l’uso del bilancino del farmacista, ma Noi non rinunciamo a farlo anche perché siamo fiduciose che il tutto possa quadrare senza creare squilibri».

Il riconoscimento a fini pensionistici del lavoro di cura e familiare delle donne

In chiusura le amministratrici del Movimento Opzione Donna esortano il governo a riconoscere ai fini pensionistici il lavoro di cura e familiare delle donne: «Infine, siamo certe che la soluzione più inclusiva e sostenibile per l’attuazione della Proroga di Opzione Donna sarà intravista ed adottata, in attesa che questo Governo affronti definitivamente la tematica “disparità di genere” per trovare “il modo di calcolare, anche ai fini pensionistici, il maggior impegno che ogni donna mette nella famiglia, nel lavoro di cura di bambini ed anziani, nella mancata condivisione del lavoro familiare che in Italia è ancora appannaggio femminile, nei servizi e nel welfare pubblico che non copre ancora tutti i bisogni, quindi ad oggi ancora sostituito dal “welfare familiare/femminile”.

Le donne sono stanche di “conciliare” i tempi della loro vita con continue operazioni matematiche di sottrazione e addizione per equilibrare la vita degli altri. OCCORRONO INVECE VALUTAZIONI POLITICHE IN GRADO DI “ARMONIZZARE” IL TEMPO DELLE DONNE PER COSTRUIRE VITE FEMMINILI EQUILIBRATE E LIBERE NELLE SCELTE. #dalledonneperledonne #movimentoopzionedonna #opzionedonnaproroga2018».

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