Miloš Zeman si conferma Presidente in Repubblica Ceca. Vince il partito filorusso e xenofobo

Il presidente uscente ha vinto con il 52% dei voti con una campagna elettorale di colpi bassi anche sui social. L'europeista Drahos si è fermato al 48%.

Miloš Zeman si conferma Presidente in Repubblica Ceca. Vince il partito filorusso e xenofobo.

Nuova pesante sconfitta dell´europeismo nell’Europa centro-orientale. In Repubblica ceca il capo dello Stato uscente, il russofilo nazionalpopulista xenofobo Milos Zeman, ha sconfitto lo sfidante europeista accademico Jiri Drahos al ballotaggio delle elezioni presidenziali a suffragio universale. Zeman conquista dunque un secondo mandato. Ha vinto, secondo i risultati definitivi, con una percentuale di almeno il 52 per cento dei voti espressi, contro il 48 per cento di Drahos.

Chi è Milos Zeman e quali sono le sue posizioni riguardo l’Europa.

Negli ultimi anni Zeman, presidente dal 2013, ha favorito e promosso politiche populiste e anti-immigrazione. Ha anche messo in discussione la partecipazione del suo paese all’Unione Europea e alla NATO, sostenendo la necessità di organizzare un referendum per decidere su entrambe le questioni. Negli ultimi anni la Repubblica Ceca si è infatti avvicinata progressivamente alla Russia e ai governi populisti anti-immigrazione dell’Europa orientale. Drahoš, ex direttore dell’Accademia delle Scienze ceca, aveva criticato le posizioni populiste di Zeman e promesso di «ripristinare l’autorità morale» che secondo lui veniva riconosciuta ai presidenti cechi come Václav Havel, ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo della Repubblica Ceca.

Zeman è in sintonia con i leader polacco e magiaro, Jaroslaw Kaczynski e Viktor Orbán, popolari e liberamente eletti. E, tra tutti, il numero uno di Viségrad, è il più russofilo, il più gradito all´aggressiva Russia di Putin. Zeman dice no alle quote di ripartizione di migranti, chiede – come hanno fatto poche ore prima del voto i quattro premier dei paesi di Viségrad ospitati da Orbán a un summit a Budapest – un’Europa di nazioni sovrane. Vuole la fine delle sanzioni occidentali contro Mosca per l’annessione della Crimea, punta sui rapporti economici con i russi nonostante la Cechia membro di Ue e Nato sia altamente integrata con le altre economie industriali della Ue. E tende a respingere ogni critica o richiesta della Commissione europea sul rispetto dei valori costitutivi dello Stato di diritto.

“Sono comunque contento dell’energia europeista che abbiamo saputo esprimere con queste elezioni, continueremo a batterci”, ha commentato a caldo lo sconfitto europeista Drahos, intervistato questa settimana in esclusiva da La Repubblica. Ma la paura della perdita di sovranità, e un timore esasperato dell’ondata di migranti hanno avuto la meglio sugli slogan europeisti, democratici, occidentali del 68enne sfidante.

Le elezioni presidenziali a Praga erano e sono importanti come test delle tendenze e degli umori generali nel Centro-Est dell’Unione europea. Rafforzano la linea dura del “gruppo di Viségrad” (composto da Polonia, Cechia, Ungheria e Slovacchia) a fronte di Bruxelles, su quasi tutti i temi costitutivi del futuro dell’Unione europea e contro i nuovi piani d’integrazione Ue franco-tedeschi.

Le calunnie di Zeman nei confronti di Drahos: la campagna elettorale a suon di colpi bassi sui social.

Zeman ha condotto una campagna elettorale di colpi bassi anche sui social forum, calunniando assurdamente Drahos come pedofilo, ex agente della feroce StB (la disciolta polizia segreta della vecchia dittatura comunista, da cui invece Drahos fu perseguitato) e come politico al servizio di oscure forze economiche multinazionali. Una frase che suona come implicita accusa antisemita e come avallo alle teorie diffuse di presunto strapotere delle comunità ebraiche internazionali. Lo ha anche accusato di voler far invadere la Cechia da una marea umana di migranti esuli e profughi, sebbene attualmente quelli accolti siano appena 116. Ai giornalisti che lo criticano in conferenze stampa, il vincitore delle elezioni di oggi ha a volte mostrato un Kalashnikov di legno dicendo “bisognerebbe trattarvi con questo”.

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