Il Movimento 5 Stelle ribadisce la sua posizione contraria all’invio di armi all’Ucraina durante il voto al Senato sul decreto che autorizza la proroga per la cessione di equipaggiamento militare e mezzi a Kiev. Come riporta il sito Upday.com, Palazzo Madama ha approvato con 125 voti favorevoli la conversione in legge del decreto. I no sono stati 28, due gli astenuti. Contrari il M5S e i senatori dell’Alleanza Verdi Sinistra. Il testo passa ora alla Camera per il via libera definitivo.
L’intervista a Bruno Marton.
Bruno Marton, componente della commissione Esteri e Difesa del Senato, membro del M5S, in un’intervista a Upday.com spiega le ragioni del no. “Nessuno ha la soluzione in tasca per una situazione drammaticamente complessa come quella ucraina. Ma abbiamo il dovere, per il bene dei nostri giovani, di scongiurare il rischio di un conflitto nucleare. Tutti vogliamo fermare Putin, il problema è come farlo. È irresponsabile e incosciente pensare che basti mandare più cannoni, missili e carri armati per riuscire a mettere all’angolo una potenza nucleare guidata da un uomo disposto a tutto. Proseguendo sulla strada dell’escalation militare imbocchiamo un binario morto che conduce inevitabilmente alla catastrofe” chiarisce Marton che avverte un altissimo rischio di un terzo conflitto mondiale.
“Così si va verso le Terza Guerra Mondiale!”
“Se andiamo avanti così – prosegue Marton – invece di salvare l’Ucraina, finiremo dritti verso la Terza Guerra Mondiale. Molti osservatori, anche negli Stati Uniti – non parliamo di pacifisti ma per esempio del capo di Stato Maggiore delle forze armate americane, generale Mark Milley – sono convinti che questo sia il momento giusto per giocare la carta diplomatica, poiché sul terreno c’è una situazione di stallo propizia per una via d’uscita negoziale”.
La proposta del Movimento 5 Stelle!
Ecco allora la proposta avanzata dal senatore pentastellato: “Questo è il momento giusto per imprimere una svolta alla situazione: l’Italia e gli altri Paesi europei si riuniscano e decidano di inviare aiuti umanitari e sanitari e soprattutto inviati di pace, mediatori, con la missione, difficile ma non impossibile, di trovare i termini di una soluzione negoziale che risulti vantaggiosa per entrambe le parti. Mosca e Kiev non arriveranno mai alla pace senza un forte iniziativa diplomatica internazionale. Chi oggi, invece di lavorare per la pace, decide di continuare ad alimentare la guerra, se ne prende la responsabilità di fronte alla storia e di fronte ai nostri figli”.