Dopo quasi un mese e mezzo alla guida del Partito Democratico nella posizione di reggente, Martina ha rilasciato dichiarazioni molto dure, con evidente riferimento alle parole di Matteo Renzi di domenica sera rilasciate all’interno del programma Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio.
La sintesi è che è impossibile guidare il partito in queste condizioni. L’ex presidente del Consiglio, chiudendo ai Cinque Stelle, aveva di fatto vanificato il lavoro di mediazione condotto da Maurizio Martina in questi ultimi giorni, nel corso delle consultazioni con il presidente della Camera Roberto Fico.
Impossibile guidare un partito in queste condizioni.
Siamo in una situazione politica generale di estrema delicatezza, ha dichiarato Martina a Radio Capital, e ha continuato dicendo che per il rispetto che ha della comunità del Partito democratico porterà il suo punto di vista alla direzione nazionale di giovedì, che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione.
Servirà una discussione aperta e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e la collegialità dovrebbe essere un valore, non un problema. Per Martina, dunque, ciò che è accaduto è grave.
Una resa dei conti.
La direzione del 3 maggio, quindi, si annuncia come una vera e propria resa dei conti. Possibile, a questo punto, un passo indietro di Martina, che ha aspettato l’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia per fare questa dichiarazione al vetriolo.
Così – ha aggiunto il reggente – un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese.
Ripartire su basi nuove.
Per questi motivi Martina continua a pensare che il PD abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove. Il reggente era stato tra i promotori del dialogo con il Movimento 5 Stelle. Ha rappresentato l’ala del Partito Democratico disponibile a una soluzione per bloccare lo stallo sul governo.
Il siluro di Renzi al suo operato ha – nei fatto – posto un termine la sua non lunga permanenza alla guida del Partito Democratico.