Manovra, Confindustria: “Non smontare la riforma delle pensioni”

In attesa della nota di aggiornamento al Def, approvata ma non ancora pubblicata, Vincenzo Boccia, ha espresso il suo parere sulle misure in manovra.

Manovra, Confindustria: “Non smontare la riforma delle pensioni”

In attesa della nota di aggiornamento al Def, approvata lo scorso 27 settembre 2018 ma non ancora pubblicata, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha espresso il suo parere sulle misure previste nella prossima manovra.

Manovra, Boccia: “Ok a sforamento deficit se porta crescita”.

Sforare il deficit non è un problema, ma a patto che “quello sforamento comporta una crescita dell’economia che comporta una riduzione del debito per trasmettere effetti positivi sull’economia reale” ha dichiarato Vincenzo Boccia, nel suo intervento a un convegno organizzato dall’associazione degli industriali, a cui ha partecipato anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Mettendo in guardia sulle turbolenze dei mercati causate dagli annunci di questi giorni fatti da i rappresentati del governo, il presidente di Confindustria ha dichiarato: “Attenzione al costo del denaro perché è evidente che se aumenta lo spread poi lo pagano le famiglie, le imprese e anche lo Stato in termini di interessi sul debito“.

Secondo Confindustria, inoltre, “Il deficit è poca cosa rispetto agli impegni politici assunti: se le coperture non saranno ben definite si rischia ex post un rapporto deficit/pil più alto. L’aumento del deficit serve per avviare parti del contratto di Governo di sostegno al welfare poi molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi”.

Inoltre, è necessario «non smontare le riforme pensionistiche perché ciò renderebbe necessario aumentare il prelievo contributivo sul lavoro. Se il meccanismo di ’quota 100’, per permettere l’anticipo della pensione, venisse introdotto, andrebbe invece nella direzione opposta».

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha ribadito che l’esecutivo è impegnato a ridurre il debito verso l’obiettivo concordato con l’Europa. Nel 2019 ci sarà “uno scostamento dagli obiettivi concordati con la commissione europea dal precedente governo”, ma “ci sarà poi un graduale ridursi del deficit negli anni successivi”. In ogni caso, ha detto il titolare del Mef, “non mi pare che questo sia un governo dalla finanza allegra” nè che “per finanziare le promesse elettorali facciamo saltare i conti” perchè “abbiamo ereditato dal governo precedente un deficit al 2%”.

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