Davanti a una platea di europei eccellenti, nel municipio di Aquisgrana – l’antica capitale dell’impero carolingio – a Emmanuel Macron è stato consegnato ieri il premio Carlo Magno, per il suo impegno a favore dell’Europa. E nel suo discorso il presidente francese ha parlato soprattutto ad Angela Merkel, che lo ascoltava con imbarazzata attenzione. Voleva convincerla, in maniera a franca se non proprio dura, della sua idea d’Europa.
Il volontarismo di Macron: “La Germania si prenda dei rischi!”
Macron ha esortato la Germania ad accollarsi dei rischi e a rinunciare ai suoi feticismi sui surplus di bilancio e commerciali. Ha evocato il rilancio dell’Unione, che ha già vissuto alcune esperienze traumatiche, citando espressamente Brexit ed elezioni italiane. Non ha tralasciato,in ogni modo, il suo caratteristico volontarismo.
L’appello a non dividersi.
«Non dividiamoci» ha detto, benché la tentazione sia grande in un periodo confuso come questo, caratterizzato da nazionalismi che pensano di poter gestire meglio le cose recuperando una sovranità che a livello europeo resta troppo evanescente. Le divisioni, inoltre, spingono all’inazione. Agire, sì, ma per fare cosa? Macron crede a un budget europeo più ambizioso e a una zona euro più integrata, con un bilancio proprio.
Un budget per la zona euro.
Macron insiste. E per quanto sembri aver accantonato l’idea di un superministro europeo delle Finanze e di un Parlamento dell’eurozona, inconcepibili per Berlino, non rinuncia al budget della zona euro, che pure non convince i tedeschi, tanto meno il socialdemocratico Olaf Scholz, ministro delle Finanze in quel governo che la cancelliera è riuscita a costituire solo dopo mesi di una crisi complessa ed estenuante.
La prudenza della Merkel.
Tuttavia il Presidente francese dice ben chiaro ai tedeschi che la Germania non può avere alcun feticismo perpetuo sui surplus di budget e commerciali, anche perché questi si costituiscono a spese degli altri. Più tardi la Merkel ha preso la parola e ha notato che con la Francia ci sono discussioni difficili, diverse culture politiche e maniere di affrontare i temi europei. E si è limitata a promettere qualche piccolo passo in direzione dell’unione bancaria e del rafforzamento dell’eurozona.