«Liceo breve», dal nuovo anno parte la sperimentazione. Scelte 100 scuole!

«Liceo breve», dal nuovo anno sperimentazione. Scelte 100 scuole. Al bando hanno partecipato solo 197 istituti, segno che la scelta non è condivisa.

«Liceo breve», dal nuovo anno parte la sperimentazione. Scelte 100 scuole

Diplomarsi in 4 anni? Da oggi è possibile con il cosiddetto liceo breve. È stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Istruzione l’elenco delle 100 scuole secondarie di secondo grado ammesse alla sperimentazione dei percorsi quadriennali, il “liceo breve”, anche se tra le scuole interessate ci sono anche 25 istituti tecnici. L’obiettivo del governo è quello di ridurre il percorso scolastico di un anno.

Fino ad oggi dodici scuole hanno sperimentato percorsi quadriennali sulla base di progetti di istituto autorizzati di volta in volta dal Ministero. Per rendere maggiormente valutabile l’efficacia della sperimentazione, ad ottobre è stato pubblicato un bando nazionale, con criteri comuni per la presentazione dei progetti, per cento classi sperimentali in tutta Italia che partiranno nell’anno scolastico 2018/2019. Il decreto è stato firmato lo scorso agosto dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e ora la sperimentazione può finalmente prendere il via. L’elenco degli istituti è stato pubblicato sul sito del Miur, le iscrizioni saranno possibili a partire dal 16 gennaio.

I cento istituti che sperimenteranno i percorsi quadriennali: l’elenco delle scuole ammesse.

Le 100 scuole ammesse sono: 44 al Nord, 23 al Centro, 33 al Sud. Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 indirizzi tecnici. Sono 73 le scuole statali, 27 quelle paritarie. Ogni scuola potrà attivare una sola classe sperimentale. I percorsi partiranno con l’anno scolastico 2018/2019. Le iscrizioni saranno possibili a partire dal prossimo 16 gennaio, la stessa data prevista per le iscrizioni ai percorsi ordinari.

Nessuno ‘sconto’ per quanto riguarda il percorso didattico. Alle studentesse e agli studenti, secondo le informazioni fornite dal governo al momento della pubblicazione del bando, dovrà essere garantito il raggiungimento di tutti gli obiettivi specifici di apprendimento del percorso di studi scelto. Il tutto entro il quarto anno di studi. L’insegnamento di tutte le discipline sarà garantito anche eventualmente potenziandone l’orario. Nel corso del quadriennio, un Comitato scientifico nazionale valuterà l’andamento nazionale del Piano di innovazione e predisporrà annualmente una relazione che sarà trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

l Comitato sarà nominato dalla Ministra dell’Istruzione e dovrà individuare le misure di accompagnamento e formazione a sostegno delle scuole coinvolte nella sperimentazione. A livello regionale, invece, saranno istituiti i Comitati scientifici regionali che dovranno valutare gli esiti della sperimentazione, di anno in anno, da inviare al Comitato scientifico nazionale.

Le dichiarazioni della ministra Valeria Fedeli: “Abbiamo deciso di imprimere una svolta!”

“I percorsi quadriennali non nascono oggi, sono il frutto di un dibattito che va avanti da tempo e di una riforma scritta nel 2000 quando era Ministro Luigi Berlinguer – sottolinea la ministra Valeria Fedeli -. Quella riforma non è mai stata attuata, ma nel 2013 una commissione istituita dal Ministro Francesco Profumo ha ripreso il tema dei percorsi quadriennali. Successivamente la Ministra Maria Chiara Carrozza ha dato il via libera alle prime sperimentazioni”.

“Con il bando emanato a ottobre abbiamo deciso di imprimere una svolta – proseuge la ministra – Di consentire una sperimentazione su grandi numeri, con una maggiore diffusione territoriale, nell’ottica di dare pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi di tutto il Paese, e una maggiore varietà di indirizzi di studio coinvolti. Tutto questo per fare in modo che, alla fine del quadriennio, si abbiano esperienze misurabili e valutabili davvero, secondo parametri condivisi e lavorando attraverso comitati scientifici nazionali e territoriali. Si avranno dossier approfonditi su cui poi tutti gli attori coinvolti potranno aprire il dibattito sul destino dei percorsi quadriennali”.

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