Michele Misseri, la vita da uomo libero e le dichiarazioni dopo la scarcerazione

Michele Misseri è tornato in libertà. Durante il periodo di detenzione ha lavorato, ha frequentato corsi di di falegnameria. Ha fatto ritorno ad Avetrana.

Michele Misseri

Michele Misseri è stato scarcerato da svariati mesi. Condannato per l’occultamento del cadavere della nipote Sarah Scazzi, è tornato in libertà a fine febbraio ed è tornato a vivere in quella che era la villetta della famiglia ad Avetrana. Ha ripreso la gestione dei propri campi e i rapporti con la figlia maggiore. Durante gli anni trascorsi in carcere, ha ottenuto la licenza media, non ha voluto permessi ed ha svolto lavori di falegnameria e giardinaggio. Michele Misseri è l’unico dei condannati per il delitto di Avetrana ad essere tornato in libertà, ma anche dopo la scarcerazione ha dichiarato che meritava di rimanere in carcere, visto che sarebbe stato lui ad uccidere la nipote Sarah Scazzi.

In realtà, il delitto è stato compiuto dalla cugina Sabrina e dalla zia Cosima Serrano, e l’uomo avrebbe solo aiutato per occultare il cadavere, motivo per il quale ha scontato 8 anni di reclusione. Misseri ha presentato ricorso tramite il suo avvocato Luca La Tanza, che è stato accolto dal magistrato di sorveglianza lo scorso 22 febbraio. Con tale provvedimento veniva chiesta la scarcerazione per via delle pessime condizioni di vita all’interno della cella. Questa situazione, alla base della decisione per la libertà dell’uomo, è stata valutata incompatibile con la dignità umana.

Misseri non ha mai smesso di cercare Sabrina e Cosima

Il legale di Michele Misseri ha rivelato che durante il corso della detenzione ha sempre scritto a moglie e figlia, condannate all’ergastolo per l’omicidio, senza mai ricevere risposta. L’uomo è stato condannato per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove nel processo per l’omicidio della nipotina, uccisa quando aveva appena 15 anni ad Avetrana, in provincia di Taranto. Tra i giorni di liberazione anticipata dovuti agli sconti di pena ricevuti per buona condotta e quelli previsti dal decreto svuota-carceri, Misseri ha ridotto la sua permanenza in cella. Intanto, dal 2010 continua a dichiararsi colpevole dell’omicidio di Sarah Scazzi nonostante le versioni discordanti fornite nel corso del tempo lo abbiano reso inattendibile per gli inquirenti.

Le sentenze definitive all’ergastolo a carico di Sabrina e Cosima

Le evidenze investigative si sono soffermate invece sulla cugina dell’adolescente, Sabrina Misseri, e sulla zia Cosima, che sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio della ragazza. Il movente veniva individuato nella gelosia morbosa che quest’ultima nutriva nei confronti di Sarah per via di Ivano Russo, con la quale Sabrina aveva un flirt. Michele Misseri è stato condannato per occultamento di cadavere, mentre il 20 aprile 2013 la Corte d’assise di Taranto ha emesso una sentenza di condanna all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l’omicidio della ragazza.

Strade diverse per Misseri, Sabrina e Cosima

Almeno per Michele Misseri con la scarcerazione si aprirà un nuovo capitolo, il ritorno alla vita fuori dal carcere, nella sua terra e tra i suoi campi, e con la possibilità di proseguire anche i rapporti affettivi con la figlia maggiore. Considerato un detenuto modello, che ha lavorato, fatto volontariato, frequentato corsi di pittura e di falegnameria. Per Sabrina e Cosina, invece, nessuno sconto di pena date le “modalità commissive del delitto” e della strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità. Sabrina ha strumentalizzando i media, deviando le investigazioni verso piste fasulle. Cosima dal suo canto, invece di intervenire a placare l’aspro contrasto sorto tra Sabina e Sarah, si è resa direttamente artefice del sequestro della giovane nipote partecipando, poi, materialmente alla fase commissiva del delitto.

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