La minaccia del sedicente ISIS rimane non solo sostanzialmente immutata per il nostro Paese, ma, anzi, si è fatta ancora più incombente e pericolosa. Infatti, la caduta di Raqqa e Mosul, se da un lato toglie l’elemento territoriale al cosiddetto Califfato, dall’altro aumenta la preoccupazione per l’operatività dell’altra componente, quella terroristica. Questo è quanto dichiara il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in una intervista a ‘La Stampa’, nella quale sottolinea che casi come quello dell’imam di Foggia, che indottrinava i bambini, mostrino come la minaccia jihadista non sia mai stata così alta in Italia.
La più grande legione straniera della storia.
Minniti richiama il fatto che il sedicente Stato islamico sia stato capace di arruolare circa trentamila combattenti stranieri da ben cento Paesi diversi. Si tratta della più imponente legione straniera che la storia moderna possa annoverare. Molti sono morti, è vero, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio in altri Paesi. Non esclusa la stessa Europa. Il ministro fa riferimento all’arresto ieri a Foggia di un egiziano che indottrinava i bambini ai precetti del Califfato, e rileva che l’indagine ha rivelato uno scenario assolutamente agghiacciante. Una cosa che non ha equivalenti in Occidente. L’unica cosa che si può associare alla ‘scuola’ di Foggia – secondo Minniti – sono le immagini che provenivano dall’Iraq e dalla Siria, con i bambini addestrati a usare la pistola o utilizzati per esecuzioni capitali.
Dentro un ‘cuore di tenebra’.
Per quanto riguarda i bambini che frequentavano la scuola dell’egiziano arrestato, ci sarà molto da lavorare per gli educatori e gli psicologi. Tuttavia il fatto più importante è che, grazie a un’indagine svolta da personale specializzato, siamo stati capaci di entrare in questo “cuore di tenebra”. Lì veniva utilizzato il vocabolario tipico del sedicente Stato islamico e di Al Adnani, il ministro della propaganda del Califfato. L’elemento di novità assoluta – e assai inquietante – è che tutto questo avviene nel cuore dell’Europa, non a Raqqa o nei territori del Daesh.