Il Papa prega per le vittime cristiane e per la pace in Indonesia

Nuovo attentato ieri a Surabaya, seconda città dell'Indonesia, dopo quelli di di domenica: quattro kamikaze si sono fatti esplodere contro il quartier generale della polizia, ferendo almeno dieci persone tra cui quattro agenti.

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Nuovo attentato ieri a Surabaya, seconda città dell’Indonesia, dopo quelli di di domenica: quattro kamikaze si sono fatti esplodere contro il quartier generale della polizia, ferendo almeno dieci persone tra cui quattro agenti. I quattro attentatori in motocicletta sono morti mentre una bimba di otto anni che era con loro si è salvata ed è stata portata in ospedale.

Prese di mira tre chiese cristiane.

Domenica la città è stata scossa da una serie di esplosioni che hanno preso di mira tre chiese cristiane. Almeno tredici i morti e una quarantina i feriti negli attentati portati a termine da un’unica famiglia-kamikaze composta dai due genitori, due figlie di nove e dodici anni e due figli adolescenti. Gli attacchi sono stati rivendicati dall’ISIS.

Il presidente indonesiano: “Un atto barbarico”.

Il presidente del Paese, Joko Widodo, ha parlato di “atto barbarico” ed ha chiesto alla polizia di trovare subito i responsabili delle azioni violente. In particolare, l’intelligence sospetta il coinvolgimento del gruppo Jemaah Anshorut Daulah, una rete composta da decine di miliziani che tre anni fa hanno giurato fedeltà al Daesh e che l’anno scorso si sono già resi protagonisti di attacchi minori.

L’estremismo islamico si sta rafforzando.

Gli attentati degli ultimi giorni contro la minoranza cristiana – cui appartiene circa il 9 per cento dei 260 milioni di indonesiani – sono i più gravi dagli assalti coordinati della vigilia di Natale nel 2000, quando morirono quindici persone. Negli ultimi due decenni tuttavia l’estremismo islamico ha rappresentato un pericolo costante nell’arcipelago dove, nonostante la maggior parte della popolazione segua un islam moderato e lo Stato riconosca cinque religioni, la frangia più radicale si sta rafforzando.

Il Papa invoca il Dio della pace.

Domenica Papa Francesco ha lanciato un appello, dopo il Regina Coeli, perché cessino le azioni violente. Si è dichiarato particolarmente vicino al popolo dell’Indonesia, in modo speciale alle comunità cristiane della città di Surabaya duramente colpite dal grave attacco contro luoghi di culto. Ha elevato la sua preghiera per le vittime e i loro congiunti e ha invocato il Dio della pace affinché faccia cessare queste violenze, e nel cuore di tutti trovino spazio non sentimenti di odio e violenza, ma di riconciliazione e fraternità.

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