Il decreto sicurezza è legge con 396 sì e 99 no. Ecco cosa prevede il testo…

Ieri, mercoledì 28 novembre 2018 la Camera ha approvato in via definitiva il cosiddetto “decreto sicurezza” con 396 voti favorevoli e 99 contrari.

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Ieri, mercoledì 28 novembre 2018 la Camera ha approvato in via definitiva il cosiddetto “decreto sicurezza” con 396 voti favorevoli e 99 contrari. Il testo, vara una stretta sui permessi di soggiorno e istituisce il reato di accattonaggio molesto. Tale provvedimento è stato fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che sostiene che il decreto migliorerà la sicurezza dei cittadini e renderà più efficace la gestione dell’immigrazione.

Il decreto è composto da 39 articoli, suddivisi in 4 capitoli. Le misure vanno dall’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari al restringimento dell’azione degli Spar, dai trattenimenti più lunghi nei Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri) a norme più severe per la concessione della cittadinanza, fino all’estensione del taser, dei Daspo nelle città e alle norme sulla lotta alle mafie.

Decreto sicurezza, ecco cosa prevede il testo

Il punto saliente del decreto sicurezza è la cancellazione dei permessi di soggiorno umanitari, una delle tre forme di protezione che potevano essere accordate ai richiedenti asilo (insieme all’asilo politico vero e proprio e alla protezione sussidiaria). La protezione umanitaria durava per due anni e dava accesso al lavoro, alle prestazioni sociali e all’edilizia popolare. Al suo posto il decreto ha introdotto una serie di permessi speciali (per protezione sociale, per ragioni di salute, per calamità naturale nel paese d’origine), della durata massima di un anno.

Poi il provveddimento prevede che la durata massima del trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio passa da 90 a 180 giorni. Si introduce la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture di Ps, in mancanza di posti nei Cpr, e la possibilità di trattenere i richiedenti asilo negli hotspot.

E’ stata poi allungata la lista dei reati che comportano il ritiro della protezione internazionale (come ad esempio omicidio o gravi reati di droga) che dall’approvazione del decreto è passata a includere anche minaccia o violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e gravissime, pratiche di mutilazione dei genitali femminili, furto aggravato, furto in abitazione e furto con strappo.

Una delle parti più criticate del decreto è quella che depotenzia il sistema SPRAR, gestita dai comuni che serve a fornire ai richiedenti asilo corsi di lingue e altri percorsi di integrazione. Il sistema sarà limitato a coloro che hanno visto accogliere la loro domanda di protezione internazionale, non potranno più invece prendervi parte coloro che sono ancora richiedenti. I richiedenti saranno trasferiti nei centri di accoglienza ordinari, dove attenderanno le decisioni sulle loro domande senza svolgere attività o corsi. Infine, è stata introdotta la possibilità di revocare la cittadinanza italiana per le persone che sono ritenute un pericolo per lo stato.

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