Non ci sarà il programma speciale sul caso Non è l’Arena. Enrico Mentana ha rinviato a data da destinarsi la trasmissione di domenica 23 aprile su La7, annunciata per fare chiarezza sulla sospensione improvvisa del programma di Massimo Giletti. Ad annunciarlo è stato lui stesso, come riporta il sito di Libero: “Giletti mi ha appena inviato un breve messaggio video all’uscita dalla Procura di Firenze. Lo potete vedere sul sito e sui social del TgLa7. È ovvio che di fronte alle argomentazioni che potete sentire non si può che raccogliere la richiesta di Giletti di rinviare la trasmissione di domenica prossima. Nel colloquio immediatamente successivo all’invio del video, si è convenuto di riprovarci appena le ulteriori indagini che si sono aperte potranno consentire una testimonianza televisiva adeguata per lo scopo della trasmissione”.
I motivi del rinvio!
In effetti Giletti ha iniziato dicendo che “ci sono vicende che non si possono risolvere all’interno di uno studio televisivo“. Da qui la decisione di non partecipare “nel rispetto dei magistrati”, “delle indagini” e di “me stesso”. E proprio per spiegare quanto accaduto nella rete di Urbano Cairo, Mentana aveva annunciato uno speciale: “Stiamo pensando a una trasmissione che affronti tutte le questioni più scottanti emerse attorno a questa vicenda, adeguata testimonianza del fatto che da noi non si nasconde nulla, soprattutto quando si parla di mafia. E chissà che poi…”, sono state le sue parole.
Le parole di Giletti!
Stamane Giletti si è espresso ringraziando “le persone che continuano a mandarmi messaggi di sostegno, non per me ma per tutto il gruppo di lavoro. Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione, che va a disturbare chi sta nei palazzi, ma bisogna avere il coraggio di farla. Quando c’è una situazione delicata, abbiamo il dovere doppio di andare nelle sedi corrette, io l’ho fatto, il resto sono chiacchiere”. Poi il conduttore è sceso nel dettaglio: “Ci sono intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice ‘Va chiuso Giletti’. L’ho letto su Repubblica, Marcello Dell’Utri. Sono intercettazioni che fanno capire quanto quel lavoro era importante. Ma noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell’azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni”.