Governo: discorso del premier Giuseppe Conte e voto di fiducia al Senato!

Il premier, Giuseppe Conte, alle 12, ha tenuto il suo discorso programmatico al Senato durato per oltre un’ora dove ha confermato punto per punto i temi del contratto di governo siglato tra Lega e Movimento Cinque stelle.

Governo: discorso del premier Giuseppe Conte e voto di fiducia al Senato!

Il premier, Giuseppe Conte, alle 12, ha tenuto il suo discorso programmatico al Senato durato per oltre un’ora dove ha confermato punto per punto i temi del contratto di governo siglato tra Lega e Movimento Cinque stelle. Alle 14.30 è iniziato il dibattito, con interventi e dichiarazioni di voto di tutti i gruppi parlamentari. Ha parlato anche l’ex segretario del PD Matteo Renzi e dopo ci sarà il voto di fiducia.

Governo: il discorso al Senato del premier Giuseppe Conte per la fiducia e le dichiarazioni di voto.

“Con questo spirito e questa consapevolezza oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell’Italia, formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare“ ha dichiarato Conte nel suo discorso a Palazzo Madama, ribadendo la sua intenzione ad assumersi l’incarico con umiltà e determinazione.

Nel suo lungo discorso Giuseppe Conte ha toccato i temi principali del governo Lega – M5S come la legittima difesa, la lotta alla corruzione e le sanzioni alla Russia. E ancora lavoro, economia, immigrazione. E una parola che ha ripetuto più volte nel suo discorso è cambiamento.

Un intervento che ha suscitato anche reazioni emotive, come quella della senatrice a vita Liliana Segre che quando ha preso la parola ha detto che si opporrà con tutte le sue forze alle leggi speciali nei confronti di Rom e Sinti.

Grande tensione in aula quando ha preso la parola l’ex premier ed ex segretario del PD Matteo Renzi: “Non so se è il governo del cambiamento intanto è cambiato il vocabolario: quello che nella XVII Legislatura si chiamava inciucio oggi si chiama contratto”.

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