Giovanni Ciacci fa delle rivelazioni shock da Barbara D’Urso

Ospite a Pomeriggio 5 Giovanni Ciacci ha fatto le sue rivelazioni shock in merito alle accuse di un presunto reato.

Giovanni Ciacci fa delle rivelazioni shock da Barbara D'Urso

Giovanni Ciacci si è raccontato a ‘Pomeriggio Cinque’. Lo stylist, ospite di Barbara D’Urso, ha voluto fare delle precisazioni in merito alla sua posizione dopo che il direttore Freccero in un’intervista ha dichiarato che Ciacci sarebbe stato “condannato” per il presunto reato. Ciacci ha raccontato la verità: “Sì, sono indagato per ricettazione. E’ una storia che risale al 2010, quando facevo ancora il costumista. Ho avuto il telefono sotto controllo per due anni e sono stato anche seguito dalla polizia. Avevo fatto il costumista per una commedia di Eduardo De Filippi con protagonisti Massimo Ranieri e Mariangela Melato. Tra i vestiti della Melato c’era anche un abito di pizzo rosso. Quel modello era stato ispirato da un capo dalla casa di moda Gattinoni”.

Ciacci prosegue nel suo racconto scendendo nei dettagli della situazione: “Alla fine delle riprese chiedo di poter portare questo abito a una mostra organizzata a Roma da Gattinoni, la mostra tra l’altro era anche patrocinata dalla Rai. Ho preso quest’abito che mi è stato consegnato dai lavoranti e in macchina con Mariangela Melato abbiamo portato il vestito a Roma da Napoli”. Ciacci rivela il suo stupore e la sua enorme perplessità quando dopo 5 anni gli arriva una telefonata per comunicargli che è indagato per ricettazione per aver preso il vestito dalla sede Rai di Napoli ed averlo portato alla mostra. Spiega il noto stylist: “Il problema è che non avevo la bolla. Il vestito è stato poi sequestrato dai carabinieri, che lo hanno preso dalla mostra e lo hanno riportato alla Rai“.

Le rivelazioni e la verità di Giovanni Ciacci a Pomeriggio 5

In chiusura Ciacci sottolinea che non è stato ancora fatto neanche il primo grado di giudizio: “Nessuno lo sapeva, ma oggi Freccero se n’è uscito con questa cosa dicendo che sono stato condannato. Cosa falsa, sono indagato che è ben diverso. Non capisco perché un diretto come Freccero mi ha attaccato così. Beh poteva chiamarmi, a me non ha detto nulla. Io andrò avanti con la querela verso Freccero. Perché non si fa una cosa del genere e poi si chiede scusa“.

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