Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in viaggio verso Singapore per il vertice con Kim Jong un, dall’Air Force One posta su Twitter un annuncio, che non ha precedenti nella storia: gli Stati Uniti non firmeranno le decisioni prese dai sette leader delle potenze industrializzate.
Lo strappo tanto temuto già alla vigilia del summit è avvenuto in un modo inaspettato. Erano le sette di sera a Charlevoix, la dichiarazione di compromesso è stata diffusa, e tutti i leader, compreso il neopremier italiano Giuseppe Conte, hanno lasciato la sede del vertice.
La maggior parte dei leader era già di ritorno in volo verso i rispettivi Paesi quando il tweet di Trump spazza via due giorni di duro lavoro e di trattative molto tese. Il presidente americano si è dissociato dal documento finale dopo le parole di Justin Trudeau che lo definisce “un disonesto e un debole”.
A far infuriare il Presidente americano sono state le dichiarazioni del premier canadese nella conferenza stampa finale del G7, e l’annuncio che dal primo luglio partirà la risposta alle tariffe su alluminio e acciaio volute dalla Casa Bianca anche su Canada, Messico ed Europa. Tariffe che Trudeau ha definito un insulto per i canadesi.
Motivate dal presidente americano con ragioni di sicurezza nazionale. Ragioni che alleati storici come il Canada o gli europei non possono accettare. Colta di sorpresa, l’Europa ha prova ad abbassare i toni: “Ci atteniamo al comunicato come approvato da tutti i partecipanti al G7“, è questa la reazione di Bruxelles secondo quanto fanno trapelare fonti delle istituzioni europee. E con la rottura consumata da Trump nulla per ora potrà essere più come prima.
