Fabrizio Frizzi si racconta dopo il malore e parla anche del rapporto speciale con la figlia!

Dopo il malore dei mesi scorsi, Fabrizio Frizzi festeggerà i 60 anni. Il conduttore si racconta e si mostra in grande ripresa, ottimista come sempre.

Fabrizio Frizzi si racconta dopo il malore e parla anche del rapporto speciale con la figlia!

Fabrizio Frizzi festeggerà un traguardo importante: il prossimo 5 febbraio compirà i 60 anni. Dopo il malore che lo ha colpito qualche mese fa, si dimostra in grande ripresa e racconta al Corriere della Sera: “Fino al 23 ottobre scorso, giorno in cui sono stato colpito dall’ischemia, pensavo ai miei 60 anni come a un’età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile. Dopo il 23, la visuale è leggermente cambiata: a questa età si entra in un imbuto che restringe l’orizzonte, vedi la vita assottigliarsi, ammesso che la vita continui”, ha dichiarato. Dopo l’ischemia, il suo modo di vedere le cose è diverso, e rimarca nell’intervista: “Si fanno valutazioni decisive nel vivere i rapporti importanti, senza più perdere del tempo, privilegiando le cose importanti“.

Fabrizio Frizzi racconta come sia cambiata la vita dopo l’ischemia del 23 ottobre 2017.

Nell’intervista al Corriere spiega come sicuramente sia stato un brutto colpo per la sua carriera, dovendo abbandonare il palcoscenico per un paio di mesi. “L’ischemia cerebrale -sottolinea Frizzi – essendo la mancata assenza di flusso sanguigno al cervello, è una patologia molto seria e pericolosa, da non prendere sotto gamba. Frizzi dichiara di non esserne guarito completamente, ma la ripresa del lavoro lo ha aiutato moltissimo.

Il conduttore televisivo non ha comunque perso il suo entusiasmo e la sua gioia di vivere: “Continuo a essere un entusiasta e non rinuncio a sperare di riprendere un’esistenza piena di forza, anche se con le gambe un po’ fiaccate“. Poi confessa che a dargli una straordinaria forza è il desiderio di veder crescere sua figlia: “Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d’aiuto e un punto di riferimento. Non so se mia figlia abbia capito quanto è accaduto, abbiamo cercato di proteggerla, ma so che i bambini capiscono molto più di quanto immaginiamo: ogni giorno giochiamo insieme, è il suo modo di sorreggermi, mi dà l’energia per continuare a combattere”.

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