Mentre il Governo definisce i misteriosi dettagli del decreto con il quale verranno introdotte Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza, oltre ad altri interventi in materia previdenziale, si ha la certezza che la nona salvaguardia non sia tra le priorità dell’Esecutivo. La questione dei 6.000 esodati non salvaguardati è diventata, inoltre, un argomento a cui viene dato poco risalto nel dibattito previdenziale.
Nonostante gli appelli per la predisposizione della nona salvaguardia rivolti al Governo da vari esponenti politici, tra cui l’ex Ministro del lavoro Cesare Damiano e dai sindacati, nulla è cambiato. La risposta fornita da un dirigente nazionale della CGIL a Guido Lena, esodato e membro del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, che chiedeva informazioni sulla nona salvaguardia, rivela la volontà dell’Esecutivo di privilegiare altre questioni di carattere previdenziale.
Questione esodati: la risposta di un dirigente della Cgil
“Come sa la Cgil unitariamente a Cisl e Uil, ha inserito nella piattaforma sulle Pensioni la necessità di una soluzione definitiva per quanto riguarda gli Esodati. Abbiamo chiesto più volte al Governo di aprire dei tavoli di confronto sulla Previdenza e quindi anche sul tema degli Esodati, non ottenendo sino ad oggi alcun riscontro.
Purtroppo, nella Legge di Bilancio, come Lei sa bene, il Governo ha deciso di privilegiare altri strumenti, trascurando totalmente anche questo punto. Continueremo a rivendicare la necessità di una risposta diversa sulle pensioni, che possa superare veramente la Riforma cosiddetta Fornero.
Sarà assolutamente necessario che il Governo comprenda l’esigenza di istituire dei tavoli di confronto sui temi legati alle Pensioni, anche alla luce del prossimo decreto che dovrà essere varato, per trovare quelle soluzioni che sino ad oggi non hanno trovato risposte”.
I dubbi di Elide Alboni
Per Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, sentire che nel decreto con cui verranno introdotti Quota 100 ed il Reddito di Cittadinanza saranno inseriti, oltre alla proroga di Opzione donna, prevista nel “contratto”, il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita e la proroga dell’Ape sociale “richieste di buon senso ma non in contratto” “e NON sentire o leggere la soluzione x gli ESODATI”, fa sorgere “uno e più sospetti riguardo le reali pressioni chieste al governo dagli addetti ai lavori istituzionali ed ex nei mesi trascorsi riguardo gli esodati”. “Perché anche a noi giunsero attraverso vie indirette richieste di dati requisiti e sembrava fossero per un fine, ma adesso pensar male è peccato, ma purtroppo spesso ci si prende. Perché? Perché chiederci: si mossero per noi ?? Invece vediamo inequivocabilmente prorogata l’Ape?”, si domanda Alboni.
“Ape che ostinatamente a fine 8Ava ci venne presentata come soluzione per chi non vi era entrato e a nulla valsero per tutto il 2017 le chiare dimostrazioni che così non era assolutamente perché i 63 anni con 30 di contributi da lavoro poteva raggiungerli una percentuale risicata di esodati ed in ogni caso era una una soluzione assistenziale ( NON la giusta previdenziale ) verso persone che avevano subito DUE calvari : il primigenio Monti-Fornero che tutti ci ha accomunato ed inoltre L’ VIII salvaguardia una vera roulette russa con il colpo in canna al 90% per le donne”, ha precisato l’amministratrice del Comitato.
“E il famoso sospetto detto sopra è che poi i tardivi interessamenti di molti al vostro destino fossero poi più indirizzati alla proroga dell’ape che alla vostra salvaguardia … questo per confermare a se stessi la negazione di un anno perso e la posizione presa da tempo”, ha poi osservato.
La realtà di un esodato non salvaguardato
Giuseppe Moia, uno dei 6.000 esodati non salvaguardati, ha raccontato la sua storia in una lettera virtuale ad un parlamentare. Quanto scritto è emblematico della condizione in cui vivono tanti esodati. Di seguito riportiamo il testo integrale: “Caro Parlamentare .. è uno dei tanti Esodati che ti scrive, come ogni anno arriva il Natale, arriva il tempo della finanziaria, non volevo distrarti dai tuoi impegni istituzionali, ho persino evitato di farti gli auguri di Natale, perché magari in preda al perbenismo o al clima natalizio dove ci si sente più buoni, avresti fatto l’ennesima promessa di sanare il problema degli esodati non salvaguardati, promessa che sarebbe rimasta tale, come quelle fatte in passato.
Spero che hai trascorso un sereno Natale, festeggiato il nuovo anno con i tuoi famigliari.. noi esodati, è dal Natale 2011 che non abbiamo motivo di festeggiare, anzi quasi il natale lo odiamo, perché proprio in quel periodo è cambiata in maniera tragica la nostra vita. Eppure spinti da svariati motivi.. avevamo lasciato un posto di lavoro sicuro, acquistando un biglietto per salire sul treno che ci avrebbe portato alla pensione.. , certo la scelta non era stata facile.. ma eravamo stati convinti che sarebbe stata per noi la soluzione migliore..
Abituati da sempre al rispetto delle regole, ci eravamo messi in fila col nostro biglietto per salire sul treno,
dopo le prime allarmanti notizie che il treno era stato soppresso, le pressanti proteste dei viaggiatori,
avevano fatto istituire i treni speciali.. , armati di pazienza con la speranza che sarebbe arrivato il nostro turno di salire su quel treno, ci si organizzava per l’attesa .. aspetta aspetta, dal dicembre 2011 sono passati 7 anni, ogni anno nel periodo natalizio subentra la speranza che forse sarebbe stata la volta buona, ma ogni anno si ripiomba nell’oblio della delusione, chi per qualche giorno chi per qualche mese escluso, fino ad arrivare agli ultimi anni proprio dimenticati, ti chiedi allora quale è la tua colpa, rispetto al tuo collega che su quel treno era salito,forse sono nato qualche mese dopo.. maledetta gioventù ..
Di pensieri ne sono passati tanti per la mente in questi anni, quanto tempo passato a raccontare il tuo dramma, prima ai tuoi famigliari, poi a chi capita, ma ormai sono tutti stufi di sentire la tua storia, la solita lamentela, storia talmente assurda che pensano sia frutto della tua fantasia, vieni emarginato, non esisti, sei un depresso, un malato, qualcuno ti dice anche che sei fortunato .. altre persone in tempi lontani venivano messi sul treno per non fare più ritorno, si la storia si ripete .. ci si dimentica, si dice che non è mai esistito il problema, nessuno vuole ricordare .. nessuno vuole spiegare perché si decide di non fare nulla, eppure le risorse finanziare per risolvere il problema c’erano, nessuno vuole che te ne fai una ragione, magari spiegando che ci sono persone più bisognose e meritevoli di te, che sei sfortunato, ma ti verrà fatto un monumento, perché col tuo sacrificio hai salvato l’Italia, hai salvato il futuro dei tuoi figli, certo hai ragione parlamentare, perché devi ascoltare un esodato, quando ormai nessuno lo vuole ascoltare, a nessuno importa nulla, neppure la sua famiglia ormai lo ascolta più..
Gli esodati indicono un presidio
Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, ha indetto un presidio il 10 gennaio a Roma presso la sede del Ministero del lavoro, “stante la colpevole latitanza del Governo sull’approvazione della nona salvaguardia per i 6.000 esclusi”. Una delegazione degli esodati non salvaguardati chiederà di incontrare il Vice Premier Di Maio “per chiedergli di onorare il suo impegno verso l’approvazione della nona salvaguardia”.