Raffaele Pisu è morto stanotte, dopo un ricovero all’ospedale di Castel San Pietro, nei dintorni della sua Bologna, dove era nato nel 1925. La sua è una di quelle carriere che sembrano destinate a durare per sempre, tanto il suo volto simpatico ed espressivo si era impresso nel cuore e nella memoria di generazioni di italiani. La partecipazione televisiva che lo ha reso più famoso è senza dubbio quella a «Striscia la notizia» su Canale 5, dove l’attore fu chiamato da Antonio Ricci a condurre, insieme a Ezio Greggio, le primissime edizioni del celebre Tg satirico tra il 1990 e il 1992.
Una lunga e movimentata carriera.
Dopo gli esordi alla radio nell’immediato dopoguerra, Pisu aveva avviato una fortunata carriera nel mondo dello spettacolo, con numerose partecipazioni teatrali e cinematografiche. Il primo ruolo di grande popolarità lo ricoprì nel 1961, al fianco di Gino Bramieri, nel varietà “L’amico del giaguaro”, dove si distinse per l’abilità mimica e imitativa. Qualche anno dopo, nel 1968, entra in Rai con il programma “Ma che domenica amici”, al cui interno crea il personaggio del pupazzo Provolino, che gli assicura grande notorietà presso il pubblico dei più piccoli. Dal 1977 comincia però un periodo travagliato, che lo allontana progressivamente dagli studi televisivi, fino al grande ritorno di “Striscia” nel 1990.
Seguì un’altra lunga eclissi dai grandi schermi, questa volta avvenuta per scelta dello stesso attore, che si era trasferito a Santo Domingo con la famiglia, restandovi per quasi dieci anni. Al suo rientro in Italia era cominciata una terza stagione di grandi successi, con partecipazioni a serie televisive di successo com “Don Matteo” e a film prestigiosi, come nel caso di «Le conseguenze dell’amore», un film di grande successo realizzato da Paolo Sorrentino nel 2004. E malgrado l’età, non aveva alcuna intenzione di fermarsi: in autunno avrebbe infatti dovuto partecipare alle riprese di un nuovo film, girato dal figlio Antonio.
