Dl fiscale, stop al condono ma rimane la pace fiscale!

Al vertice serale che si è svolto a palazzo Chigi stravolto il dl fiscale e cancellata la dichiarazione integrativa, facendo saltare il condono.

Dl fiscale, stop al condono ma rimane la pace fiscale!

Il vertice serale del 15 novembre 2018 a Palazzo Chigi ha di fatto stravolto il dl fiscale e cancellata la dichiarazione integrativa, facendo saltare così il condono.  Secondo alcune fonti  c’è “pieno accordo” nel governo spiegando che “scompare la dichiarazione integrativa e sarà possibile regolarizzare solo il dichiarato“.

Per quanto riguarda la lotta all’evasione, vengono sbloccate le banche dati, alle quali la Guardia di finanza potrà accedere direttamente senza dover piu’ chiedere autorizzazioni ai pubblici ministeri. Ma non sarà introdotto il carcere per gli evasori, come richiesto originariamente dal M5S.

Le altre novità del Dl fiscale: reintroduzione del bonus bebè.

Sono state confermate le altre misure in arrivo: il bonus bebè, la tassazione dei money transfer all’1,5% e la detassazione delle sigarette elettroniche. Previsto inoltre un emendamento al dl fiscale per evitare la tassa sui metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari e saranno sbloccate le procedure per consentire alle Regioni di recuperare le spese versate alle case farmaceutiche che eccedono il budget stabilito.

Per la lotta al caporalato in arrivo Tre milioni in più a partire dal 2019. “Contrastiamo l’odioso fenomeno del caporalato con un incremento di 3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019 del Fondo nazionale per le politiche migratorie. Questi soldi serviranno anche a far funzionare presso il ministero del Lavoro un tavolo apposito”.

Dal vertice non sono emerse novità in merito alle Bcc. L’emendamento presentato dalla Lega verrà riformulato per limitarne in qualche modo la portata dopo l’allarme dei principali gruppi nazionali, a partire da Federcasse. La possibilità di ricorrere al sistema di tutela istituzionale dovrebbe essere garantita solo alla federazione dell’Alto Adige, lasciando inalterate le norme sull’adesione ai gruppi unici inserite nella riforma targata Pd.

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