Def, intesa raggiunta: trovati fondi per pensioni e reddito di cittadinanza

E' stata approvata ieri dal Consiglio dei Ministri, la Nota di aggiornamento al Def che presuppone un rapporto deficit/PIL al 2,4% per tre anni.

Def, intesa raggiunta: trovati fondi per pensioni e reddito di cittadinanza

E’ stata approvata ieri, gioverdì 27 settembre 2018, dal Consiglio dei Ministri, la Nota di aggiornamento al Def che presuppone un rapporto deficit/PIL al 2,4% per tre anni e oggetto di una lunga discussione all’interno dell’esecutivo. Trovati i fondi per per finanziare il reddito di cittadinanza e superamento della riforma della legge Fornero con quota 100.

Al termine del Consiglio dei Ministri, il premier Giuseppe Conte su Facebook ha scritto: “Si è appena concluso il Consiglio dei Ministri. Vi garantisco che abbiamo lavorato con serietà e impegno per realizzare una manovra economica meditata, ragionevole e coraggiosa. E’ un intervento che migliorerà le condizioni di vita dei cittadini e assicurerà al nostro Paese una più robusta crescita economica e un più significativo sviluppo sociale”.

Introduzione in legge di bilancio di pensioni con quota 100 e reddito di cittadinanza.

Riforma della legge Fornero, reddito e pensioni di cittadinanza, fondi per i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie, investimenti e calo delle tasse per gli autonomi saranno introdotti tutti nella legge di bilancio e saranno finanziati ricorrendo all’indebitamento.

La manovra stanzierà 10 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza, “e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego. Restituiamo futuro a 6 milioni e mezzo di persone”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio.

Secondo quanto trapelato il ministro dell’Economia Giovanni Tria avrebbe tentato, fino all’ultimo, di tenere il punto su una linea di maggiore prudenza, deficit all’1,9% del Pil, necessaria per assicurare la stabilità finanziaria. La Lega è riuscita ad ottenere come promesso in campagna elettorale, il superamento della legge Fornero, consentendo l’uscita di “400mila” lavoratori con quota 100 a 62 anni e 38 di contributi, la flat tax per gli autonomi al 15%, la pace fiscale e più investimenti per scuole strade e Comuni.

Invece, il M5S è riuscito a garantire come promesso il reddito di cittadinanza, destinato a una platea di 6 milioni e mezzo di persone, e il via libera alla pensione di cittadinanza, oltre a 1,5 miliardi da destinare ai risparmiatori colpiti dai crack bancari.

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