Il decreto fiscale è diventato legge dopo il via libera definitivo che è stato dato da parte della Camera dei deputati. Il testo messo a punto dal governo stabilisce quindi una pace fiscale con i contribuenti e va a individuare una parte delle entrate che sono state previste dalla manovra del 2019. Si va dal rinnovo per il 2019 del bonus bebè allo scudo anti-spread per le assicurazioni.
Tra le misure ci sono anche quelle relative alla pace fiscale, c’è inoltre la possibilità per la Guardia di finanza di accedere, senza la preventiva autorizzazione del magistrato, alla banca dati dei conti correnti, la tassa sul money transfer e l’aumento delle multe per chi verrà sorpreso per più di una volta alla guida un’automobile non coperta da assicurazione.
Sanatoria sugli errori formali al posto del condono fiscale
Viene cancellato il condono fiscale, che prevedeva che attraverso la dichiarazione integrativa speciale si poteva sanare fino a centomila euro – e comunque entro il 30% – di quanto già dichiarato pagando una tassa sostitutiva del 20%. Al suo posto arriva la sanatoria sugli errori formali “commessi fino al 24 ottobre 2018”, data di entrata in vigore del decreto, che possono essere sanati con il versamento di “200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni”. Il versamento va fatto “in due rate” entro il 31 maggio 2019 ed entro il 2 marzo 2020.
Gli sconti per chiudere le liti con il fisco
Nuove procedure per definire controversie pendenti con la Agenzia delle entrate: in caso di ricorso pendente iscritto nel primo grado, si potrà pagare il 90% del valore della controversia (con uno sconto pari al 10%), spalmando il versamento in cinque anni; in caso di vittoria per il contribuente in primo grado, la lite può essere cancellata versando il 40% (lo sconto quindi sale al 60%) e, in caso risulti soccombente l’Agenzia delle entrate in tutti i precedenti gradi di giudizio, il contribuente potrà beneficiare del maxi sconto del 95% versando solo il 5% del valore della controversia.