Decreto Dignità: l’audizione di Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera

Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera ha spiegato la stima di 8 mila posti di lavoro in meno l’anno con la stretta sui contratti a termine.

Decreto Dignità: l'audizione di Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera ha spiegato la stima di 8 mila posti di lavoro in meno l’anno con la stretta sui contratti a termine ed ha difeso l’operato dell’istituto di previdenza sociale. Il numero uno dell’Inps, ha detto, che le stime effettuate dall’Inps possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato.

L’audizione di Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera sul decreto Dignità.

Il calo degli occupati a seguito del Decreto Dignità era già atteso dallo stesso ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio. Lo ha dichiarato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione alla Camera, in risposta alle polemiche che hanno colpito l’istituto di previdenza, in merito alla stima dei 8 mila posti di lavoro in meno per i prossimi dieci anni in seguito alla stretta sui contratti a termine.

«L’Inps ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal Ministero del Lavoro e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal Ministero. Inoltre, la Relazione Tecnica con la stima dell’impatto occupazionale negativo» del decreto dignità «è pervenuta al Ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla Presidenza della Repubblica» ha spiegato Tito Boeri.

La richiesta di relazione tecnica per il decreto dignità è arrivata il 2 luglio e l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro ha richiesto di stimare la platea dei lavoratori coinvolti al fine di quantificare il minor gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato, ha spiegato il presidente dell’Inps.

Tito Boeri ha poi attaccato direttamente il governo difendendo l’Inps, che ha 120 anni di storia alle spalle, ha poi aggiunto che l’esecutivo che lo ha nominato non gli ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né avrebbe mai accettato di farlo.

Il presidente dell’Inps ha poi chiesto il rispetto istituzionale da questo esecutivo, non tanto per lui stesso, ma per la carica che ricopre. Ciò che Tito Boeri non può prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni online e le minacce da parte di coloro che dovrebbere presiedere alla sua sicurezza personale.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore