Decreto Dignità: Confindustria boccia la proposta di Luigi Di Maio di contrastare la precarietà!

Secondo Confindustria, le regole poco utili rispetto a quanto dichiarato perché l'incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è in linea.

Decreto Dignità: Confindustria boccia la proposta di Luigi Di Maio di contrastare la precarietà

Il testo del decreto dignità approvato, il 2 luglio 2018, contiene le misure per il contrasto al precariato, alla delocalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali, al gioco d’azzardo e misure in materia di semplificazione fiscale. Secondo Confindustria, le nuove regole saranno poco utili rispetto all’obiettivo dichiarato perché l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è in linea con la media europea.

Confindustria boccia il Decreto Dignità approvato dal Consiglio dei Ministri.

Il primo commento di  Confindustria sul decreto dignità approvato dal Consiglio dei ministri, è che questo primo atto collegiale del nuovo esecutivo, è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese. “Come abbiamo sempre sostenuto – ha continuato Confindustria – sono infatti le imprese che creano il lavoro. Le regole possono favorire o scoraggiare i processi di sviluppo e hanno la funzione di accompagnare i cambiamenti in atto, anche nel mercato del lavoro.”.

Per Confindustria, si dovrebbe intervenire sulle regole quando è necessario per tener conto di questi cambiamenti e, soprattutto, degli effetti prodotti da quelle precedenti. Il contrario di ciò che è avvenuto col decreto dignità.

“Mentre – ha proseguito – i dati ISTAT raccontano un mercato del lavoro in crescita, il governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita. Peraltro, le nuove regole saranno poco utili rispetto all’obiettivo dichiarato contrastare la precarietà perché l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è, in Italia, in linea con la media europea“.

Il risultato, secondo gli industriali, sarà quello di ottenere meno lavoro e non meno precarietà. Confindustria, ha fatto valutazioni analoghe anche per la stretta in tema di delocalizzazioni previsto nel Decreto Dignità. Secondo Confindustria, l’Italia è un grande Paese industriale e avrebbe bisogno di regole per attrarre gli investimenti, interni ed esteri. Il decreto Dignità, gli investimenti rischia di disincentivarli.

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