Molto importante richiamare l’attenzione della società sulla prevenzione dello spreco alimentare. Dal rapporto ‘Il caso Italia’ dell’Osservatorio Waste Watcher International il dato che emerge è che lo spreco complessivo di cibo in Italia vale oltre 13 miliardi. La scarsità di risorse alimentari è una realtà per molti popoli nel mondo e allo stesso tempo lo spreco del cibo raggiunge quantità allarmanti. Beni fondamentali vengono buttati via ogni giorno, contribuendo a un fenomeno che va ben oltre il mero spreco di cibo.
Buone pratiche quotidiane nella gestione del cibo
Bisogna richiamare l’attenzione sull’urgenza di agire contro il problema dello spreco alimentare, con la sensibilizzazione a tutti i livelli della società per promuovere pratiche quotidiane volte a ridurre lo spreco alimentare. Secondo Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, bisogna modificare le abitudini di acquisto e di utilizzazione dei prodotti. L’edizione di quest’anno pone l’attenzione sulla moltiplicazione di buone pratiche quotidiane, in cui ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. La prevenzione e la riduzione dello spreco alimentare devono iniziare nelle nostre case, ed interessare l’intera filiera di produzione, distribuzione e commercio del cibo, influenzare la ristorazione, e modificare le nostre abitudini di acquisto, gestione e conservazione degli alimenti.
La creatività nell’uso degli alimenti
Bisogna incentivare la creatività e l’attenzione alla sostenibilità. Il cambiamento parte da piccoli gesti. Anche parti comunemente considerate “scarti”, possono diventare veri e propri ingredienti chiave per insaporire piatti in maniera innovativa. Per promuovere consapevolezza e recupero in cucina ed eliminare lo spreco, l’Associazione di Promozione Sociale Tempi di Recupero, fondata da Carlo Catani, accoglie chef, artigiani creativi, vignaioli e tante altre figure del settore per la la Tempi di Recupero Week, che si terrà fino all’11 febbraio. Verranno presentate idee di cucina circolare attraverso un particolare menu o una ricetta del riuso, con l’uso integrale delle materie prime, il recupero di avanzi del giorno prima, a favore di un potenziamento della consapevolezza antispreco.
L’attenzione concreta si è soffermata sul promuovere forme di utilizzo di alimenti ancora non scaduti in contesti di solidarietà e contrasto alla povertà, oppure di scambio locale, con esperienze spesso di tipo simbolico e dallo scarso peso quantitativo. Resta fondamentale agire a monte. Saranno importanti le innovazioni tecnologiche e gestionali. Serve un’indicazione precisa di priorità nella politica nazionale di contrasto allo spreco alimentare, che si concentri sulle fasi più critiche: produzione, distribuzione e comportamenti alimentari.
Il successo dell’App Too Good To Go
Una collaborazione con l’industria alimentare che conta sempre più adesioni e risultati in crescita è rappresentata dall’app Too Good To Go, che ha raccolto in un primo periodo dal lancio eesiti soddisfacenti contro lo spreco alimentare. I prodotti delle aziende alimentari aderenti al servizio vengono confezionati in grandi box multiprodotto, contenenti una selezione ampia di alimenti tipici “da dispensa”. L’app Too Good To Go ogni giorno mette a disposizione prodotti a prezzi scontati, che gli utenti possono acquistare e ritirare nei pick-up point designati.
Un’idea coinvolgente per sensibilizzare le persone verso il problema degli sprechi
Mirco Cerisola, italian country director di Too Good To Go, ha evidenziato gli effetti positivi di questa attività, che permette che un prodotto buono non rimanga invenduto solo perché non adatto a essere messo a scaffale nei supermercati. Le aziende alimentari possono offrirlo direttamente ai consumatori grazie a Too Good To Go, creando un effetto sorpresa nel momento in cui questi ultimi aprono la scatola. Si tratta di un metodo simpatico per coinvolgere e sensibilizzare le persone verso un problema sociale, che sta diventando sempre più serio.
Attraverso l’app sarà possibile acquistare a prezzi più bassi prodotto, che non possono essere più venduti. Le aziende alimentari vengono coadiuvate nella gestione delle eccedenze, riuscendo a minimizzare gli sprechi e ridurre il proprio impatto ambientale. I consumatori, dal canto loro, possono avere prodotti ancora buoni e perfettamente adatti al consumo a prezzi ridotti.