Approvato dal consiglio dei Ministri il decreto dignità proposto da Luigi Di Maio

Il Decreto dignità proposto dal vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio è stato approvato in Consiglio dei Ministri.

Approvato dal consiglio dei Ministri il decreto dignità proposto da Luigi Di Maio

Il Decreto dignità proposto dal vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio è stato approvato ieri, 2 luglio 2018, in Consiglio dei Ministri. Il Decreto, punta a limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, a vantaggio di quelli a tempo indeterminato.

Decreto Dignità: i principali contenuti del testo approvato.

Il testo del decreto dignità approvato contiene le misure per il contrasto al precariato, alla delocalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali, al gioco d’azzardo e misure in materia di semplificazione fiscale. Per incoraggiare le imprese a forme contrattuali stabili, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. Attualmente è pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato.

I contratti a tempo determinato non potranno avere durata superiore ai 24 mesi e potranno essere rinnovati al massimo per 4 volte, norma che si applica anche ai contratti attualmente in essere. Per stoppare il fenomeno dei licenziamenti abusivi l’indennizzo riconosciuto ai lavoratori ingiustamente allontanati verrà aumentato del 50% e, in caso di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo potrà essere pari a 36 stipendi.

Le aziende che ricevono aiuti dallo Stato non potranno delocalizzare per 5 anni, pena una multa da due a 4 volte gli aiuti ricevuti, con un interesse maggiorato del 4%. Il decreto dignità contiene anche la stretta sulla pubblicità di giochi e scommesse. Salvi, però, le lotterie a estrazione, come la Lotteria Italia.

Nel testo viene precisato che lo stop non vale anche per “i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli“. Confermate le sanzioni, che si applicheranno,  5% del valore ma con un minimo di 50mila euro.

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