Ansia, sintomi e nuovi studi su una patologia in aumento crescente

L'ansia e la depressione sono disturbi che interessano un numero crescente di persone, in particolare dopo il periodo della pandemia causata dal Covid 19.

Ansia, sintomi e nuovi studi su una patologia in crescente aumento

L’ansia e la depressione sono disturbi che stanno interessando un numero sempre maggiore di persone, in particolare dopo il periodo del lockdown e della pandemia causata dal Covid 19. Diversi studi statistici dell’Istat hanno evidenziato l’aumento di casi dei disturbi ansiosi e dei disturbi depressivi in Italia, a circa due anni dall’inizio del periodo pandemico. Sia le persone direttamente colpite dal virus hanno sviluppato patologie di questo tipo, sia coloro che, pur non avendo subito direttamente gli effetti del Covid, a causa della condizione di isolamento e dello stato di preoccupazione sociale che il virus ha determinato, hanno sviluppato sintomatologie di questo genere.

Diagnosi poco tempestive che rendono le cure meno efficaci.

In molti casi l’ansia e la depressione non ricevono diagnosi tempestive, rendendo le terapie molto più lunghe ed in alcuni casi addirittura inefficaci. Si tratta di patologie talvolta sottovalutate, spesso confuse con situazioni di stress, stanchezza o periodi di abbattimento. Ancora oggi purtroppo, nonostante la grande attenzione ed informazione verso queste tematiche, c’è la mancata consapevolezza della loro gravità all’interno della società in cui viviamo, ed il trattamento tardivo ed inadeguato. I soggetti più a rischio, sempre secondo svariate indagini statiche condotte dall’Istat sia prima che dopo la pandemia, sono i disoccupati, la fascia della popolazione a basso livello d’istruzione, i giovani e le donne.

La depressione associata a disturbi ansiosi rappresenta il male del nostro secolo!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definito “il male del secolo” la depressione, associata ai sintomi ansiosi. Nel 2017 la depressione è già il disturbo mentale più diffuso in Italia, che secondo l’Istat interessa 2,8 milioni di italiani. Lo sviluppo di un’ansia cronica grave avviene maggiormente negli adulti: dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni. Rispetto agli uomini, le donne sono particolarmente colpite e la gravità delle condizioni si acuisce oltre i 65 anni. La fotografia dell’Istat riconosce come maggiormente frequenti i disturbi ansioso-depressivi agli individui con svantaggio sociale ed economico, gli individui con un livello di istruzione più basso, i disoccupati.

La situazione durante la pandemia e dopo il lockdown.

Uno studio condotto all’inizio del 2021 da un consorzio di psichiatri, esperti di sanità pubblica e biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Genova e di Pavia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS ha delineato un quadro preciso dell’andamento dei disturbi depressivi e ansiosi dopo il primo anno di pandemia. Su un campione di oltre 6000 soggetti oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown. Coloro che hanno subito in prima persona gli effetti del Covid-19 sono stati maggiormente colpiti da disturbi depressivi. Anche la crisi economica derivante dalla pandemia è stata una delle cause principali per l’insorgenza dei disturbi di ansia e depressione, che aumenta nei soggetti con un reddito inferiore ai 15.000 euro all’anno e si triplica in chi è disoccupato. Le donne sono sempre le più esposte al rischio.

Chi soffre di ansia e depressione ha un rischio maggiore di sviluppare un ictus o un infarto!

Secondo un nuovo studio chi soffre di insonnia, ansia e depressione avrebbe anche un rischio sensibilmente superiore di sviluppare un ictus o un infarto del miocardio, due patologie cerebro-cardiovascolari potenzialmente fatali. Si tratta di una recente ricerca realizzata dal team guidato da scienziati sudcoreani del Dipartimento di Medicina Interna dell’Ospedale Universitario Nazionale di Seoul, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Sezione di Statistica e scienze attuariali dell’Università Soongsil e del Liverpool Center for Cardiovascular Science presso l’Università di Liverpool. Lo studio ha evidenziato un’associazione statistica particolarmente forte, facendo emergere ancor di più l’importanza di tutelare il proprio benessere psichico, anche con l’aiuto di un professionista, qualora fosse necessario.

L’ansia fisiologica alleata nei momenti di stress o nelle situazioni di pericolo.

Ma che cos’è l’ansia? Come si riconosce? Si tratta sempre di qualcosa di negativo per la nostra vita o in taluni casi è fisiologica e può essere funzionale in talune circostanze? Facciamo chiarezza e distinzione tra ansia fisiologica e ansia patologica, che è un disturbo serio e come va trattato, diagnosticato e curato. L’ansia rappresenta uno stato emotivo che ci capita di provare in molti momenti della nostra vita. Si tratta di una sensazione di tensione psicofisica, di preoccupazione e di inquietudine, di paura. Non sempre questo stato d’animo che percepiamo come negativo è una patologia. Diventa, quindi, essenziale stabilire i confini tra ansia normale e ansia patologica. L’ansia fisiologica è uno stato di tensione psicologica e fisica che implica un’attivazione delle risorse dell’individuo per mettere in atto comportamenti di reazione a stimoli realmente esistenti.

Come si manifesta l’ansia patologica?

L’ansia è invece patologica quando disturba in maniera più o meno notevole il funzionamento psichico, determinando una limitazione delle capacità di adattamento dell’individuo. A volte, l’ansia patologica è vaga, cioè senza una precisa causa riconoscibile, si riferisce talvolta alla possibilità di eventi più o meno lontani. L’ansia patologica ha un’intensità tale da provocare una sofferenza fisica e psichica notevole, e determina la messa in atto di comportamenti di difesa anche in assenza di reali pericoli, che limitano in maniera significativa l’esistenza. L’individuo affetto da ansia patologica comincia a mettere in atto una serie di comportamenti di evitamento di situazioni ritenute potenzialmente pericolose o di controllo eccessivo.

Consultare lo specialista per capire come affrontare e risolvere il problema.

Se l’ansia diventa una condizione invalidante, che limita la nostra vita in maniera quasi totale, è bene rivolgersi ad un professionista per capire l’approccio da seguire per la cura della nostra patologia. Tutti viviamo momenti in cui ci si sente tristi, arrabbiati o irritabili. Tuttavia, quando si provano emozioni eccessive che non ci si sente in grado di controllare o gestire, questo è un segno che abbiamo bisogno di aiuto, come accade quando avvertiamo delle problematiche di carattere fisico che non siamo in grado di risolvere da soli.

Una valutazione individuale è di fondamentale importanza.

Lo psichiatra si occupa della cura delle patologie psichiatriche, come la depressione, i disturbi d’ansia, i disturbi di personalità. Tale specialista dopo aver raccolto la storia clinica del paziente stabilisce se è necessario procedere con una terapia psicofarmacologica. La psicoterapia può aiutare per molti problemi di ansia, perché ci fornisce gli strumenti per superarla, insegnandoci come usarli nella vita di tutti i giorni. Chiaramente ogni caso è a sè, ed andrà valutato con la consulenza dello specialista, che saprà individuare con esattezza la patologia ed il percorso da seguire. Lo psichiatra e lo psicoterapeuta in tanti casi potranno diventare figure complementari nella cura di tali di patologie.

Il benessere della mente è da tutelare.

L’importante sarà sempre essere attenti ai segnali che il nostro corpo ed, in particolare la nostra mente, ci invia. Essere bravi a non trascurarli e sminuirli, perchè il benessere della nostra mente è fondamentale quanto quello del nostro corpo. Necessario è anche sdoganare il tabù di non poter parlare di questa tipologia di problemi, perchè invece questo rappresenta il primo passo per riconoscerle e curarle in maniera tempestiva ma solo ed esclusivamente con specialisti del settore, seri e qualificati. Non bisogna sottovalutare l’importanza di tutelare il proprio benessere psichico, anche con l’aiuto di un professionista, qualora fosse necessario.

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