Papa Francesco, Regina Coeli di oggi: “Quando ti senti vecchio per la tristezza Cristo ti ridarà la speranza”

Oggi domenica 5 maggio 2019 alle 12.00 ci sarà in diretta su Rai 1 il Regina Coeli recitato da Papa Francesco da Sofia sulla Piazza di San Alexander Nevsky.

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Oggi, domenica 5 maggio 2019 alle 12.00, ci sarà in diretta su Rai 1 il Regina Coeli recitato da Papa Francesco, che verrà trasmesso da Sofia, dalla Piazza di San Alexander Nevsky all’interno del programma religioso A sua immagine. La puntata di domani in onda alle 10.30 su Rai1, è dedicata ai santuari. Il territorio nazionale è letteralmente punteggiato da questi luoghi, che costituiscono, come dice Papa Francesco, uno spazio insostituibile per la manifestazione della pietà popolare e di una fede semplice e sincera.

La puntata di domenica 5 maggio 2019 del programma A sua immagine sarà dedicata ai santuari.

Il programma ne farà conoscere vari, situati in posti bellissimi del nostro Paese e ciascuno caratterizzato da una particolare specificità. Si scoprirà anche l’articolazione della notte dei Santuari, prevista per l’inizio di giugno, in compagnia di don Gionatan Di Marco (responsabile CEI della pastorale per il turismo), Osvaldo Bevilacqua (celebre conduttore di “Sereno Variabile”) e Tessa Canella, docente di Storia del Cristianesimo all’università di Tor Vergata. Il programma, condotto come sempre da Lorena Bianchetti, andrà in onda su Rai1, alle 10.30.

La Santa Messa ed il Regina Coeli di oggi domenica 5 maggio 2019 di Papa Francesco da Sofia.

Come di consueto alle 10.55, la linea passerà alla Santa Messa, sempre in diretta su Rai1: la celebrazione eucaristica verrà trasmessa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano. Alle 12.00 si trasmetterà, come ogni domenica, il Regina Coeli recitato da Papa Francesco da Sofia sulla Piazza di San Alexander Nevsky.

Ecco le parole del Pontefice: “Cari fratelli e sorelle, “Cristo è risorto!” Con queste parole, dai tempi antichi, in queste terre di Bulgaria i cristiani – ortodossi e cattolici – si scambiano gli auguri nel tempo di Pasqua: Christos vozkrese! [la folla risponde] Esse esprimono la grande gioia per la vittoria di Gesù Cristo sul male, sulla morte. Sono un’affermazione e una testimonianza del cuore della nostra fede: Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascuno di voi sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non ti lascia mai. Lui cammina con te. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che continuamente ti chiama, ti aspetta per ricominciare. Lui non ha mai paura di ricominciare: sempre ci dà la mano per rincominciare, per alzarci e rincominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza – la tristezza invecchia –, i rancori, le paure, i dubbi e i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti forza e speranza. Lui vive, ti vuole vivo e cammina con te.

Questa fede in Cristo risorto viene proclamata da duemila anni in ogni angolo della terra, attraverso la missione generosa di tanti credenti, che sono chiamati a dare tutto per l’annuncio evangelico, senza tenere nulla per sé. Nella storia della Chiesa, anche qui in Bulgaria, ci sono stati Pastori che si sono distinti per santità della vita. Tra essi mi piace ricordare il mio predecessore, che voi chiamate “il santo bulgaro”, San Giovanni XXIII, un santo pastore, la cui memoria è particolarmente viva in questa terra, dove egli ha vissuto dal 1925 al 1934. Qui ha imparato ad apprezzare la tradizione della Chiesa Orientale, instaurando rapporti di amicizia con le altre Confessioni religiose. La sua esperienza diplomatica e pastorale in Bulgaria lasciò un’impronta così forte nel suo cuore di pastore da condurlo a favorire nella Chiesa la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe un notevole impulso nel Concilio Vaticano II, voluto proprio da Papa Roncalli. In un certo senso, dobbiamo ringraziare questa terra per l’intuizione saggia e ispiratrice del “Papa buono”.

Nel solco di questo cammino ecumenico, fra poco avrò la gioia di salutare gli esponenti delle varie Confessioni religiose della Bulgaria, che, pur essendo un Paese ortodosso, è un crocevia in cui si incontrano e dialogano varie espressioni religiose. La gradita presenza a questo incontro dei Rappresentanti di queste diverse Comunità indica il desiderio di tutti di percorrere il cammino, ogni giorno più necessario, «di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio». Ci troviamo vicino all’antica chiesa di Santa Sofia, e accanto alla chiesa Patriarcale di San Aleksander Nevskij, dove, in precedenza, ho pregato nel ricordo dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi. Nel desiderio di manifestare stima e affetto a questa venerata Chiesa ortodossa di Bulgaria, ho avuto la gioia di salutare e abbracciare, in precedenza, il mio Fratello Sua Santità Neofit, Patriarca, come pure i Metropoliti del Santo Sinodo.

Ci rivolgiamo ora alla Beata Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, perché interceda presso il Signore Risorto, affinché doni a questa amata terra l’impulso sempre necessario di essere terra di incontro, nella quale, al di là delle differenze culturali, religiose o etniche, possiate continuare a riconoscervi e stimarvi come figli di uno stesso Padre. La nostra invocazione si esprime con il canto dell’antica preghiera del Regina Caeli. Lo facciamo qui, a Sofia, davanti all’icona della Madonna di Nesebar, che significa “Porta del cielo”, tanto cara al mio predecessore San Giovanni XXIII, che ha cominciato a venerarla qui, in Bulgaria, e l’ha portata con sé fino alla morte”, conclude il Pontefice il suo Regina Coeli.

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