Riforma pensioni: tutte le ultime novità sul decretone. Il sondaggio del CODS su Opzione donna

Continua l'iter d conversione in legge del decreto recante disposizioni in materia di Reddito di cittadinanza e pensioni. Il sondaggio del CODS su Opzione donna.

Pensioni e Quota 100: le ultime novità dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi

L’esame in Aula al Senato del ddl di conversione del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di Reddito di cittadinanza e di pensioni, come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, si terrà oggi, mercoledì 27 marzo, a partire dalle ore 9,30. Ieri l’Assemblea ha respinto le proposte di questione pregiudiziale. Ricordiamo che il provvedimento dovrà essere approvato entro venerdì 29 marzo. L’opposizione ha manifestato il proprio parere contrario alle misure contenute nel cosiddetto “Decretone” anche ieri in Aula al Senato. “Per tutte le iniquità contenute nel decretone del reddito di cittadinanza e di quota 100 abbiamo chiesto, nell’Aula del Senato, di non procedere oltre con il suo esame”, ha affermato il senatore del Pd Mauro Laus, componente della Commissione lavoro.

Quota 100 è tutto fuorché il superamento della legge Fornero, che Lega e M5s hanno promesso: è una misura una tantum, solo per chi compirà 62 anni entro dicembre 2021 e ha una storia contributiva lunga e continuativa. Si tratta per lo più di lavoratori maschi, con pensioni calcolate con il metodo retributivo, dipendenti pubblici, con tutto quello che comporta. Ma questi prepensionamento saranno pagati dai pensionati fino 1500 euro, dalle donne, dai giovani”, ha precisato Laus.

“Con molti meno soldi si poteva fare molto di più”

“Il cosiddetto decretone è solo uno spot pubblicitario a scopi elettorali. Doveva abolire la povertà e la legge Fornero, non fa né l’una né l’altra cosa. E aggrava la situazione di chi non riuscirà ad andare in pensione, dei pensionati a 1500 euro, delle famiglie numerose, dei giovani e delle donne”, ha dichiarato la senatrice Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo del Pd, nell’Aula del Senato.

Con molti meno soldi  si poteva fare molto di più. Noi avevamo presentato emendamenti per aiutare ad andare in pensione chi fa lavori usuranti, ha 62 anni ma non ha i 38 anni. M5s e Lega non ci hanno dato ascolto. Anche la storia che con quota 100 il governo moltiplicherà i posti di lavoro è grottesca: con il blocco del turn over nella pubblica amministrazione ci saranno problemi gravi soprattutto nella scuola, dove i concorsi sono in tremendo ritardo, rischiamo di non avere abbastanza insegnanti a settembre”, ha puntualizzato Malpezzi.

“L’economia è in recessione, i conti pubblici fuori controllo e il debito sempre più pesante. Ma domani Lega e 5 Stelle approveranno il decreto su quota 100 e reddito di cittadinanza: 43 miliardi in 3 anni. Finanziati, indovinate un po’, a debito…”ha scritto ieri su Twitter il senatore del Pd, Antonio Misiani, capogruppo in Commissione Bilancio a Palazzo Madama.

Opzione donna: il sondaggio del CODS

Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, qualche giorno fa ha lanciato un sondaggio su Opzione donna, chiedendo alle iscritte, una volta visionata la cifra che percepirebbero andando in pensione anticipatamente con Opzione donna, se avrebbero deciso di accettare. “L’importo risultante dal nostro sondaggio pari a 983€ mensili, corrisponde alla media matematica“, ha chiarito Armiliato. Ebbene, su un campione di 200 lavoratrici, hanno deciso di aderire 160 donne e di rinunciare 40.

“Da quanto espresso dalle donne iscritte al CODS che hanno partecipato al sondaggio, coloro che hanno accettato sono prevalentemente lavoratrici disoccupate, spesso di lungo periodo, che al momento non percepiscono nessun ammortizzatore e non possono contare su alcun reddito, altre hanno situazioni lavorative a rischio (chiusura azienda, fallimento etc) altre hanno optato per ragioni legate allo stato di salute ed altre ancora perché stanche di sobbarcarsi oneri lavorativi che non lasciano spazio al riposo e a se stesse (lavoro fuori casa sommato al lavoro dentro casa=lavoro di cura), altre ancora perché hanno pensione di reversibilità, o coniuge con un discreto reddito”.

Secondo Armiliato:”Questa obsoleta legge targata 2004, avrebbe davvero bisogno di essere svecchiata, migliorata e resa contemporanea, dato il radicale cambiamento del contesto socio-economico del nostro Paese da quando fu inserita nel nostro ordinamento, anche in funzione del fatto che, dal 2013 al 2018, la spesa media annua delle famiglie è cresciuta complessivamente di 1.881,81 euro (fonte report Federconsumatori). Estendendo tale rilevazione agli anni a venire, le domande da porsi sulla virtuosità di questa misura…si sprecano”.

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