Riforma pensioni: nuovo vertice tra Governo e sindacati

Oggi ci sarà un nuovo vertice tra Governo e sindacati. Cgil, Cisl e Uil attendono risposte dal governo in tema di pensioni e lavoro.

Riforma pensioni: Quota 100 e rivalutazione. Le ultime novità

Si svolgerà oggi alle 15, 30 un nuovo incontro tra Governo e sindacati. L’ordine del giorno non è stato dichiarato, ma Cgil, Cisl e Uil parteciperanno al vertice portando le richieste della piattaforma unitaria sui temi di Reddito di cittadinanza lavoro, pensioni, salario minimo e fisco. Non si risolve tutto in due ore, ma in due ore bisogna capire se si apre o meno una fase nuova di rapporti tra il mondo del lavoro e il governo”, ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. 

“Raccontare che con Quota 100 si cambia la Fornero è solo una presa in giro, ormai siamo agli slogan”, ha osservato Landini. “Bisogna riformare davvero la Fornero, a partire dal contributivo che non esiste in nessuna altra parte al mondo”, ha precisato il leader sindacale, per il quale:“Cambiare davvero la Fornero significa modificare i suoi punti di fondo: se io ho 60 anni d’età e 40 di contributi in pensione non ci vado, quindi non siamo a Quota 100”. 

Quota 100 nell’analisi di Cgil, Cisl e Uil

Nel corso dell’audizione in Commissione alla Camera, Cgil, Cisl e Uil hanno precisato che Quota 100 “rappresenta un’opportunità per lavoratori con carriere continue e strutturate ma è decisamente meno accessibile ai lavoratori del Sud e del tutto insufficiente per le donne, per i lavoratori con carriere discontinue o occupati in particolari settori produttivi caratterizzati da stagionalità o appalti, come quello agricolo o dell’edilizia, nei quali è difficile trovare un lavoratore con 38 anni di contributi. Cgil, Cisl e Uil chiedono che per le lavoratrici sia intanto riconosciuta una riduzione contributiva, almeno in presenza di figli, come previsto per l’Ape sociale.

Aver reintrodotto il meccanismo delle finestre è penalizzante, in particolar modo per i lavoratori del settore pubblico poiché per loro la finestra di accesso alla pensione è di 6 mesi. Sono penalizzati anche coloro che svolgono una delle 15 categorie di lavori gravosi oppure usuranti poiché il blocco dell’incremento per aspettativa di vita sulla pensione anticipata per questi lavoratori era già previsto e, invece, ora, per effetto delle “finestre”, devono attendere 3 mesi per ottenere il primo assegno pensionistico”.

Proposte della piattaforma unitaria sulle pensioni

“Le proposte in materia previdenziale di Cgil Cisl e Uil, contenute nella Piattaforma unitaria e sostenute anche dalla manifestazione del 9 febbraio, puntano ad un intervento più ampio, di tipo organico e strutturale che preveda una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età e, per quanto riguarda il sistema contributivo – che nel futuro sarà il sistema previdenziale applicabile a tutti -il superamento degli attuali vincoli che rendono molto difficile l’accesso al pensionamento poiché condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi soglia dell’assegno (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale).

Cgil, Cisl e Uil confermano, inoltre, l’importanza di introdurre la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età. L’abrogazione degli incrementi automatici dell’età pensionabile per le pensioni anticipate è un primo passo nella giusta direzione ma la finestra mobile di 3 mesi pospone la decorrenza della pensione e ne depotenzia l’effetto positivo”.

Inoltre, per i sindacati: “Il blocco dell’incremento dei requisiti per aspettativa di vita dovrebbe essere previsto anche per la pensione di vecchiaia. Il tema dell’aspettativa di vita andrebbe visto nel suo complesso, non in modo parcellizzato, bisognerebbe superare la doppia penalizzazione che i lavoratori subiscono per effetto del contemporaneo aumento dell’età e la reversione dei coefficienti di trasformazione del calcolo contributivo della pensione”.
La proroga solo fino al 2019 dell’Ape sociale, non è sufficiente. Ad avviso di Cgil Cisl e Uil questa misura dovrebbe essere prorogata fino al 2021, allineandola alla sperimentazione di “quota 100”, nell’attesa di una riforma più strutturale e organica che superi definitivamente la Riforma Fornero e renda strutturali le tutele previste a favore di quelle categorie”. “Il riconoscimento a fini previdenziali del lavoro di cura è un altro tema della Piattaforma unitaria che guarda verso un sistema previdenziale orientato a rispondere alle esigenze della società del futuro”.

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