Riforma pensioni 2019: continua la mobilitazione sindacale

Le ragioni della protesta sindacale ed il duro giudizio della Cgil sugli interventi in tema di pensioni del Governo. Le dichiarazioni di Ivan Pedretti.

Riforma pensioni: ultime novità sulla nona salvaguardia per gli esodati

Secondo la Cgil, la Manovra economica 2019 è “senza futuro”, frutto della volontà di dare “risposta al consenso elettorale con le due misure simbolo che però sono ancora solo dei titoli: Quota 100 e Reddito di cittadinanza”.  Inoltre, Quota 100, per come è stata descritta, secondo il sindacato, sarà “un intervento parziale”. Quella del governo gialloverde, in sostanza, per la Cgil, è una manovra che “rischia di recare danno al futuro del Paese e senza un’idea di prospettiva neanche a breve termine”. Ciò che si determina è “una pesante ipoteca sulle prossime leggi di bilancio (2020 e 2021) che avranno spazi di manovra limitatissimi”. Il punto centrale, per la Cgil, è proprio questo: “non solo mancano le risposte oggi alle rivendicazioni della piattaforma unitaria dei sindacati, ma rischiano di mancare anche nei prossimi due anni”.

Il Governo, “avrebbe potuto prevedere nuove entrate strutturali”, innanzitutto dalla lotta all’evasione e alla corruzione, invece sono arrivati “nuovi tagli della spesa e un altro ‘pilota automatico’ dell’austerità per i prossimi anni”. La riduzione di spesa rispetto alla prima ipotesi presentata alla Camera è di circa 8,6 miliardi di euro, di cui 5 miliardi di spese correnti, a partire dalla due misure “bandiera”, a cui si aggiungono 400 milioni per il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, “una misura iniqua oltre che sbagliata”, precisano dal sindacato.

Blocco della rivalutazione delle pensioni

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio si assiste ad un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni. “Dopo dieci anni di rivalutazione bloccata, anche il nuovo Governo ha dunque deciso di togliere soldi ai pensionati. Dal nuovo sistema di riduzione della perequazione per gli assegni superiori a tre volte il minimo (1.522 euro lordi mese nel 2018) e dal prelievo straordinario di solidarietà per quelle sopra i 100 mila euro lordi annui, l’esecutivo conta di ricavare 2,5 miliardi per finanziare le altre misure promesse, in primis il reddito di cittadinanza. Per le pensioni questo può comportare una perdita da 65 a 325 euro lordi all’anno, a partire dal 2019 e per il resto della vita del pensionato”, ha chiarito Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil.

Nella manovra non c’è alcuna riforma della legge Fornero

Pedretti ha osservato che nella manovra non c’è alcuna riforma della legge Fornero. Per il segretario del sindacato pensionati “con Quota 100 si accontenta un pezzo del mondo del lavoro, ma si discriminano le donne, i lavoratori agricoli, del commercio e dell’edilizia. Sono esclusi da Quota 100 proprio quelli che hanno una carriera discontinua”.

“Quota 100 è una misura che viene finanziata togliendo risorse ad altri pensionati, che hanno sempre pagato tasse e contributi, e senza colpire chi evade il fisco. Non mi pare una grande invenzione degna di un governo di vero cambiamento, ma piuttosto un vecchio trucco copiato da altri governi”, ha puntualizzato Pedretti.

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