Proroga di Opzione donna: l’analisi del Comitato Opzione Donna Social

Le ultime novità sulla proroga di Opzione donna. La misura per le pensioni anticipate al femminile dovrebbe essere prorogata mediante decreto legge.

Proroga di Opzione donna: l'analisi del Comitato Opzione Donna Social

In attesa che l’annunciato decreto legge che introdurrà Quota 100 sciolga i dubbi che aleggiano intorno alla misura di Opzione donna, Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social lamenta, via social, una mancanza di chiarezza da parte dei rappresentanti del Governo sulla misura per le pensioni anticipate scaduta, ormai, il 31 dicembre scorso.

“Ma che manovra del popolo è se neppure vi degnate di dare risposta a chi si rivolge a voi, rappresentanti delle istituzioni con fare implorante ogni giorno più e più volte al giorno e posta sulle pagine dei vostri profili preghiere affinché facciate chiarezza circa i requisiti necessari per accedere alle misure?”, ha affermato Armiliato. “Non vi sentite vili specie nei riguardi delle donne che oramai, senza dignità alcuna si prostrano e vi implorano?”, ha aggiunto, sottolineando: “Al di là del fatto che un comportamento del genere da parte delle donne mi fa solo arrabbiare, perché nessuno dovrebbe implorare qualcun altro men che meno i rappresenti dei cittadini seduti sugli scranni del Governo o del parlamento così come nessuno si dovrebbe lamentare in modo così insistente e querulo per ottenere qualcosa specie se è per conoscere le norme di un provvedimento per altro annunciato e promesso”.

Un po’ di chiarezza su Opzione donna

L’amministratrice del Comitato Opzione Donna Social ha chiarito che Opzione donna, “attivata nel lontano 2004 non è mai stata prorogata, la sua sperimentazione terminava con la data del 31 Dicembre 2015 ma, per una interpretazione restrittiva dei requisiti richiesti per accedere, nell’anno 2012 fu stoppata con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza, ovvero si chiuse al 31.12.2014; e solo dopo una lunga e faticosa battaglia condotta dalle donne del ComitatoOpzioneDonna (di cui la sottoscritta era una delle amministratrici) al fianco delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato della XVII legislatura e con l’aiuto di una Class Action prima e unica nel suo genere in Italia composta da più di 700 aderenti, tutte Donne, si riuscì a riportare il termine di conclusione così come la legge in realtà dettava. Ma, solo un ulteriore anno di lotta, sancì l’inclusione delle donne nate nell’ultimo trimestre del 1957 e 1958 (estendendo però il requisito di accesso al 31.07.2016)”.

Armiliato ha precisato: “Di fatto, quindi, questa misura non ha mai usufruito di proroghe, al contrario di quello che sembra da quel che alcuni media riportano. La richiesta delle lavoratrici negli anni successivi, fu quella di far prorogare la misura al 31.12.2018 e questo è ciò che promisero e sottoscrissero le forze politiche coalizzate nel “CONTRATTO DEL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO”.

“In realtà in quel testo i termini di proroga, risultarono vaghi ed incerti dopodiché, il Ministro del Lavoro, nonché Ministro del MISE, nonché VicePremier del Governo in carica confermò sulla pubblica piazza, che ci sarebbe stata la proroga chiesta ed anzi, dissequestro sostegno del suo dire, aggiunse che era già stata rifinanziata. Ed infatti, come si evince dal Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 23 del 15Ottobre 2018 che la includeva al punto 6 della bozza della Legge di Bilancio sebbene, anche questa volta, senza declinarne i requisiti di accesso. Dopodiché si sono susseguite “N” dichiarazioni ed “N” smentite, la più accreditata quella di una possibile proroga ma con l’innalzamento di 1 anno del requisito anagrafico (e da lì la nostra richiesta di estenderla a tutto il 2019) ad arrivare ad oggi “, ha precisato l’amministratrice del CODS.

Proroga di Opzione donna: la situazione attuale

Orietta Armiliato ha illustrato l’attuale situazione di Opzione donna, sottolineando che la proroga non è stata inserita  nella legge di Bilancio 2019. È stato annunciato “un decreto legge dedicato che dovrebbe contenerla (ma è incerta la data di emissione che spazia dalla prima decade di questo mese al prossimo Giugno). Inoltre, “non si ha contezza del requisito anagrafico di accesso (57, 57+7mesi, 58, 58+7mesi? Ovviamente, “è sempre è richiesto però 1 anno in più per ognuna delle citate possibilità per le lavoratrici autonome)”.

Inoltre, ha sottolineato l’amministratrice del CODS, “non si conoscono i termini di maturazione dei requisiti (entro il 2016? O saranno entro il 2017? O entro il 2018? O forse entro il 2019?”. “Insomma, per certo si sa solo una cosa: che ci sia la volontà di prorogarla…e di certo così è stato scritto come dicevamo, nel Contratto del Cambiamento sottoscritto dai due soci di maggioranza che governano, lasciatemelo dire, con scandalosa approssimazione, il Paese. Ma…attenzione che in quell’atto, l’incertezza è palese… ricordate cosa dettava?

Nel caso ecco qua: “Prorogheremo la misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili”, ha concluso Armiliato.

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