Pensioni anticipate, Quota 100 ed Opzione donna: spunterà un altro “tesoretto”?

Le pensioni con Quota 100 ed Opzione donna nell'analisi della Cgil. Secondo le stime non saranno utilizzate tutte le risorse stanziate.

Riforma pensioni: Opzione donna, Quota 100 ed esodati, le ultime novità

Secondo un’analisi svolta dall’osservatorio previdenza della Fondazione di Vittorio per la Cgil, Quota 100 sarà una misura che nel 2019 coinvolgerà 128 mila persone, 162 mila in meno rispetto alla platea di 290 mila persone prevista dalle stime del governo. “La differenza è ancora più marcata se si prende a riferimento la platea prevista nel triennio. In questo caso, infatti, si stima che quota 100 coinvolgerà solo un terzo delle persone previste dal governo, 325 mila invece di 973 mila”, ha osservato Ezio Cigna, responsabile della previdenza pubblica della Cgil nazionale.

“Questo coinvolgimento molto più basso rispetto alla platea prevista dal governo determinerà un avanzo importante di risorse. Nel triennio per l’insieme delle misure previdenziali prese in esame non saranno utilizzati 7 miliardi e 200 milioni, dei 21 miliardi stanziati in Legge di Bilancio. Nel 2019, dei 3,968 miliardi stanziati dal governo, non saranno utilizzati 1,6 miliardi, nel 2020 si prevede il mancato utilizzo di 2,9 miliardi e nel 2021 di 2,6 miliardi”, ha sottolineato Cigna.

Alla luce dei dati riportati, Mauro DAchille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni” ha puntualizzato: “È legittimo porsi una domanda: cosa ne sarà di tutti quei miliardi stanziati e che non verranno spesi? 1) se ne approfitterà per ridurre l’indebitamento? 2) si sanerà definitivamente la questione degli esodati? 3) ci saranno ulteriori proroghe per opzione donna? 4) si rivedranno i limiti per ape e precoci? 5) se ne discuterà, finalmente, con i sindacati per raggiungere gli obiettivi posti nella loro piattaforma?”.

Per Paolo Ronchini, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, le risorse stanziate per la riforma delle pensioni giallo-verde, ma non utilizzate, non possono definirsi un tesoretto “considerato che hanno fatto deficit per fare un provvedimento iniquo e inadeguato”. “Il senso civico e le regole economiche detterebbero in coro di rivedere le linee di indebitamento visto che si sta parlando di tesoretto ma riferito ad una manovra in clamoroso deficit e dunque di una chiara contraddizione”, ha precisato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Quota 100? Per i sindacati un’occasione mancata

Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli ha rimarcato che le pensioni con Quota 100 hanno una natura provvisoria. “Il provvedimento coinvolgerà alcune migliaia di persone ma lascia del tutto invariate le cose in prospettiva. Altro che abolizione della Legge Fornero”, ha dichiarato.

“Vi è la necessità e vi sono quindi anche le condizioni, per intervenire con altre misure, sulla base delle proposte contenute nella piattaforma che il sindacato unitariamente ha presentato al governo, garantendo una flessibilità in uscita per tutti dopo 62 anni e prevedendo interventi che tengano conto della specifica condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavoratori gravosi o usuranti e l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani”, ha sottolineato il leader sindacale.

“Sapete tutti che centinaia di milioni sono quelli trattenuti agli esodati … non nominarli non è cosa né corretta né possibile . Fate si che il Sindacato si distingua in volontà precipua a chiusura del dramma e non posticipi un dramma ad altre note di spesa se la spesa vede, con reale certezza, impiego di risorse sottratte agli esodati”, ha dichiarato Elide Alboni, amministratrice del comitato “Esodati , Licenziati e Cessati”, nel commentare le parole pronunciate da Ghiselli.

Platea e costi di Opzione donna

L’analisi ha coinvolto anche Opzione donna, strumento per le pensioni anticipate al femminile. Prendendo in considerazione i dati forniti dall’Inps aggiornati al 1° aprile, risultavano presentate 10.567 domande per Opzione donna con 1.344 respinte, pari al 12%. Si legge nel dossier: “Ipotizzando che le domande presentate, riferite alle decorrenze di febbraio, marzo, aprile e maggio, per il settore privato pari a 8.307, mentre nel pubblico pari a 2.260 domande, riferite ai primi mesi del 2019, ma soprattutto alla decorrenza di settembre nel settore scuola, si ritiene che possano esserci ulteriori 5.000 domande nel 2019, riferite a tutti coloro che avevano già perfezionato il requisito e aperto la relativa finestra annuale o successiva per i lavoratori autonomi.

Considerando 15.567 domande con una percentuale di rigetto del 12% (1.868), avremo un numero di accolte pari a 13.699 , un numero in calo del 20%(2.739) nel 2020 pari a 10.960, e un’ulteriore calo della stessa entità nel 2021, con una platea di 8.768″.

Considerando l’importo medio delle pensioni anticipate nel settore privato nel 2018 pari a euro 2.009 (dati Osservatorio INPS) e stimando un taglio del 30% circa (considerando l’anticipo pensionistico legato agli anni di contribuzione, ma soprattutto per il sistema di calcolo interamente contributivo), otteniamo un importo medio di pensione con opzione donna pari a euro 1.407 euro lorde. Ottenendo un costo complessivo per il triennio 2019-2021 pari a euro 311.122.098, così suddiviso euro 124.571.691 nel 2019, euro 100.314.256 nel 2020, euro 86.236.151 nel 2021″.

“Visti i risparmi che ci saranno, non possono non prorogarci la “nostra” OD. Crediamo che le promesse del sottosegretario Claudio Durigon si trasformeranno in realtà. FORZA DONNE , noi siamo sempre presenti”, ha commentato Paola Viscovich, amministratrice del gruppo “Opzione Donna: Le escluse”.

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