Pensioni anticipate: le ultime novità sulla proroga di Opzione donna

Le ultime novità sulla proroga di Opzione donna. Il decreto slitta a giugno? Il commento di Orietta Armiliato del CODS.

Continua l'attesa per il cumulo gratuito per i professionisti

Dalle dichiarazioni di vari esponenti di Governo sembra sparita la proroga di Opzione Donna. L’attenzione è rivolta, quasi esclusivamente, a Quota 100 ed al Reddito di cittadinanza, misure che dovrebbero essere introdotte mediante un decreto legge emanato entro una decina di giorni. “La legge di bilancio è passata ma dal 1° gennaio non ci sono risposte né per chi pensava di andare in pensione (persone che avrebbero potuto usufruire di Opzione donna, salvaguardie, Ape social) né di chi aspettava l’abolizione della Fornero tanto blandita da Salvini in campagna elettorale. Quota cento è una finestra per qualcuno ma anche questo non è definito nel testo, l’unica certezza è che questa manovra la pagheranno i giovani ed i più deboli”, ha osservato il deputato del Pd, Chiara Gribaudo.

L’Ape sociale ed Opzione donna, due importanti misure per l’accesso anticipato alla pensione, sono scadute il 31 dicembre 2018. A questo punto non sarà possibile una semplice proroga dei due strumenti, ma sarà necessario reintrodurle. Secondo le ultime indiscrezioni, l’attesa per Opzione donna potrebbe protrarsi fino al mese di giugno e la proroga sarebbe solo per un anno. 

Dubbi ed incertezze sulla proroga di Opzione donna

Secondo quanto affermato da Adnkronos “l’Opzione Donna dovrebbe essere confermata solamente per un anno, con l’impegno – non vincolante – del Governo di prorogarla ancora per gli anni avvenire con la prossima Legge di Bilancio. Al momento, quindi, potrebbero accedere a Opzione Donna solamente quelle lavoratrici che ne maturano i requisiti entro il 31 dicembre del 2019″. 

In molti hanno notato delle incongruenze leggendo che Opzione donna dovrebbe essere prorogata solo per un anno. “Oggi sappiamo che con il 31.12.2015 la sperimentazione si è conclusa dunque, se la si estende per un ulteriore anno, la matematica ci dice che i requisiti per accedere (che ancora non si conoscono…) dovranno essere maturati entro il 31.12.2016 e quindi la proroga garantirebbe l’accesso alla platea delle lavoratrici nate entro gli anni 1958 (autonome) 1959 (privato/pubblico impiego)”, ha osservato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, la quale ha invitato a prendere le notizie “sempre e solo come indicative, in attesa di un qualche ufficialità da parte degli esponenti delle istituzioni deputate”.

Le dichiarazioni “sospette” del Ministro Tria

Nel corso dell’audizione in Commissione Bilancio alla Camera in occasione della discussione della Legge di Bilancio 2019, il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a proposito di Quota 100, affermò: “Come per il reddito di cittadinanza, i dettagli ordinamentali verranno stabiliti con un apposito collegato alla Manovra, anche in questo caso, emanato all’inizio del prossimo anno.

Ed aggiunse: “Per quanto riguarda il pensionamento anticipato per le donne, prorogheremo Opzione Donna in un successivo decreto permettendo alle lavoratrici di andare in pensione con un’età di 58 anni o 59 anni, se dipendenti o autonome, e 35 anni di contributi. Questa misura è integrata da disposizioni che riguardano il taglio delle pensioni più elevate ed il raffreddamento della perequazione”. Tali affermazioni, anche se smentite da altri esponenti di Governo, sarebbero coerenti con l’ipotesi di un decreto dedicato ad Opzione donna a giugno.

Quota 100 ed Opzione donna: il punto di Orietta Armiliato

“È necessario sottolineare che, mentre Quota 100 va in direzione del cancellare/superare la legge Monti/Fornero, così come sbandierato dalle forze componenti la maggioranza di Governo, la misura dell’Opzione Donna invece non ottempererebbe a questo scopo, poiché la Monti/Fornero l’aveva già salvaguardata lasciandola attiva dunque, creerebbe flessibilità nel sistema ed avallerebbe credibilità politica ma, rappresentando una nicchia di lavoratori ancorché donne viene considerato, nostro malgrado, come un provvedimento di nicchia e non certo come misura cardine. Quindi va da se che, se sarà necessario sacrificarlo rispetto ai tempi di attuazione delle altre misure, non ci sarà nessuno che si opporrà per garantirne l’immediatezza“, ha affermato Orietta Armiliato, nel commentare il testo della legge di bilancio 2019 pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Armiliato ha sottolineato:”Questo Governo ha già dato prova di non tenere in debito conto la platea femminile proponendo misure come Quota 100 difficilmente applicabili alla storia contributiva delle donne, non includendo il riconoscimento del lavoro di cura o il cumulo contributivo gratuito per le categorie di lavoratori oggi esclusi in primis le donne solo per citarne alcune e dunque non ci dobbiamo stupire se rimanderà a Giugno il decreto legge che deve sancire un proroga anzi una mini-proroga come parrebbe dalle ultime dichiarazioni, dell’Istituto dell’Opzione Donna”.

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