Pensioni anticipate: le ultime novità sulla proroga di Opzione donna

Le ultime novità sulla proroga di Opzione donna. L'analisi della misura per le pensioni anticipate di Paola Viscovich.

Pensioni anticipate: escluse da Opzione donna le nate nel 1961

Le ultime novità su Opzione donna, misura per le pensioni anticipate riservata alle lavoratrici che  entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome, vengono dalle dichiarazioni del sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon. L’esponente della Lega ha ribadito in più di un’occasione che Opzione donna verrà prorogata al 2019 in occasione della Legge di Bilancio 2020.

In attesa di vedere le parole di Durigon svilupparsi nella proroga di Opzione donna al 31 dicembre 2019, ricordiamo che il 2 maggio 2019 è stata depositata alla Camera la proposta di legge: “Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività”, con primo firmatario il deputato della Lega, Elena Murelli, contenente interventi volti ad incentivare l’occupazione femminile. Il testo della proposta di legge non è ancora disponibile, ma Murelli, nell’illustrarne il contenuto ha dichiarato: “Le donne hanno, poi, nuove tutele: agevolazioni Inps per chi le assume e per chi realizza asili nido aziendali, “Opzione donna”, per tutte le età, prorogata al 2020″.

Proroga di Opzione donna: le richieste del gruppo Opzione donna: le Escluse

Paola Viscovich, amministratrice del gruppo Opzione donna: le Escluse ha illustrato in un post la propria posizione in merito alla misura per le pensioni anticipate al femminile: “Le nostre richieste, da sempre avanzate, non sono state quelle di rigida opposizione all’aumento dell’età anagrafica, comunque intervenuta, ma piuttosto quelle di estendere al 31/12/2019 la possibilità di maturare il nuovo requisito anagrafico così come aumentato. Alle nostre richieste si sono aggregate naturalmente quelle di donne dipendenti e autonome nate nel secondo semestre 1961 e 1960 e quelle a cui l’anno in corso consentirà di raggiungere il requisito contributivo dei 35 anni e che rientrerebbero anch’esse nella Proroga al 31/12/2019 che aspettiamo”.

“Riteniamo decisiva e fondamentale l’azione da noi svolta in questi mesi, anche a vantaggio delle compagne più giovani poiché, nelle dichiarazioni di impegno a prorogare la misura al 31/12 /2019 per sanare l’esclusione di cui si è detto, esponenti autorevoli del governo hanno espresso l’intenzione che si proceda “di anno in anno” con il rinnovo della misura, aprendo cioè la strada ad una possibilità di affrontare nell’immediato la possibilità di uscita, in attesa di condizioni migliorative. Ciò su cui siamo fermamente decise a non indietreggiare né patteggiare è che non intervengano ulteriori modifiche rispetto ai requisiti, sia anagrafici che contributivi, ossia 58/59 anni e 35 di contributi da maturarsi entro il 31 dicembre 2019! Non sopportemmo altre spiacevoli sorprese! Per quanto riteniamo una possibilità remota il doverle temere”, ha precisato Viscovich.

Viscovich: “Opzione donna non ha ancora esaurito la sua funzione”

“Non pensiamo affatto che Opzione Donna debba necessariamente concludersi al 31/12/2019 perché a nostro parere non ha ancora esaurito la sua funzione, e in tal senso, saremo vicine alle compagne più giovani, specie se sapranno imitare il nostro esempio rappresentato dall’aver condotto in questi mesi nei confronti degli interlocutori politici al governo, una lotta democratica e rispettosa, nei termini e nei toni, per quanto ferma e decisa, mai fuori dal tema, volta a far sì che questa misura transitoria possa continuare ad essere una zattera di salvataggio, anche di anno in anno, fino a quando non si procederà ad una definizione più organica e inclusiva delle necessità della previdenza femminile e, più in generale, delle esigenze delle donne tutte, lavoratrici o meno.

Ci auguriamo anzi, con condizioni meno stringenti di quelle previste da Opzione Donna che pure, lo ripetiamo, rimane una libera scelta, una valvola di deflusso per quanto gravata da una penalizzazione importante per chi, posti certi requisiti, non ravvisa più le condizioni di continuare un lavoro insostenibile o la possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro”, ha dichiarato l’amministratrice del gruppo Opzione donna: le Escluse.

Opzione donna prorogata di anno in anno

Viscovich non ritiene una sconfitta attendere la proroga di Opzione donna di anno in anno. “Se fosse stato così semplice ottenere la proroga di Opzione Donna già al 31/12/2018, le donne non avrebbero dovuto lottare, dal 2016 al 2018, per vedere tuttavia ricomprese solo le donne nate entro il 1960, con l’esclusione di donne più giovani di soli cinque mesi, costrette ancor oggi, a rivendicare la loro mancata inclusione, a dispetto di quanto indicato nel contratto di Governo che le aveva previste, salvo escluderle a causa del repentino innalzamento dell’età anagrafica intervenuto ad ottobre, come comunicato dal Ministro Di Maio”, ha osservato.

Riguardo all’ipotesi di chiedere un’estensione della misura per le pensioni anticipate al femminile per un periodo di tempo più lungo, ad esempio cinque anni, Viscovich ha dichiarato:” Se fosse così semplice, oggi, richiedere l’estensione, d’un colpo, per i prossimi cinque anni, avendo noi ben sperimentato sulla nostra pelle le difficoltà incontrate negli ultimi lunghi otto mesi e, ripetiamo, non ancora concluse, per l’estensione di appena cinque mesi, saremmo propense e felicissime di chiedere non cinque anni, ma dieci, quindici, o addirittura la strutturalità della misura come qualcuna ancora, ingenuamente, si ostina a proporre, disconoscendo il meccanismo che la rende impraticabile per il costante inesorabile allungarsi del periodo ricadente nel contributivo e quindi il venir meno delle condizioni che, ancor oggi e per qualche anno ancora, possono rappresentare un vantaggio e un risparmio per lo Stato”.

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