Pensioni anticipate: disservizi Inps su Opzione donna

Le pensioni anticipate in regime di Opzione donna, secondo le osservazioni del Movimento Opzione Donna, sono trascurate rispetto ad altri strumenti previdenziali.

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Lucia Rispoli, amministratrice del Movimento Opzione Donna, a seguito della segnalazione di alcune iscritte, ha riscontrato una gestione non puntuale delle comunicazioni su Opzione donna che viene riservata dall’Inps sul proprio portale . “Carla, Maria, Valentina, Francesca, Giuseppina, Carla, Elena ci segnalano che l’Inps continua a fornire puntuali e tempestive “comunicazioni” solamente su Quota 100,ma non provvede analogamente nei confronti di Opzione Donna, privando le donne della dovuta e necessaria informazione”, ha affermato Rispoli in un post.

“Consultando il portale dell’Ente alla voce “Quali sono i tipi di pensione”verifichiamo, infatti, che l’Inps ha provveduto ad aggiornare la pagina dedicata a Le prestazioni pensionistiche previste per gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e per gli iscritti alla Gestione Separata” con una corretta descrizione della forma pensionistica anticipata c.d. Quota 100, ma ha totalmente ignorato Opzione Donna il cui accesso risulta ancora limitato al periodo 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2015“, ha proseguito l’amministratrice del Movimento Opzione donna.

Pensioni anticipate in regime di Opzione donna

“La pensione “Opzione donna” è un beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore dal 1° gennaio 2008 in poi. È sperimentale in quanto previsto solo per chi ha maturato i requisiti nel periodo dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2015″.

“Segnaliamo all’INPS che le donne possono ricorrere al “beneficio” concesso dallo Stato con Opzione Donna fino al 31.12.2018, per effetto della medesima norma che ha istituito Quota 100 di cui alla legge 28 marzo 2019, n. 26 di conversione con modificazioni del D.L. 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni. A seguito di questa opzione, le donne accettano il calcolo contributivo della loro pensione, rinunciando ad una parte della loro assegno pensionistico per tutta la vita che rimane nelle casse delle Stato a vantaggio di TUTTI e, principalmente, per rifinanziare – come promesso – una ulteriore proroga della misura Opzione Donna per l’anno 2019″, ha puntualizzato Rispoli.

Le richieste del Movimento Opzione Donna

“Nell’attesa, chiediamo al prof. Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps, un immediato aggiornamento di tutte le pagine dei portali che interessano le donne, perché le donne hanno ben diritto ad una informazione corretta e puntuale. Cogliamo l’occasione per evidenziare anche i notevoli ritardi dell’Ente nel fornire risposte alle domande di pensione Opzione Donna nei 60 giorni previsti per l’erogazione della pensione anticipata, nonché gravi difficoltà ad ottenere una risposta dal “contact center” dell’Ente – troppo spesso con problemi di malfunzionamento o in riunione sindacale – e laddove disponibile in assistenza, non disposto ad accettare neanche i solleciti!”, ha precisato Rispoli

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