Manovra: l’Europa vuole chiarimenti!

Giorni difficili per il governo che ha presentato la manovra in Parlamento. Da una parte c'è un debito pesante, dall’altra la questione della crescita.

Legge di bilancio 2019: ecco la 'manovra del popolo'!

Giorni difficili per il governo gialloverde che ieri ha presentato la manovra in Parlamento. Da un lato, infatti, bisogna fare i conti con un debito pesante, dall’altro c’è la questione della crescita. Dopo un mezzo sospiro di sollievo guardando ai mercati che a inizio settimana erano sembrati più clementi, gli ultimi dati Istat a ci fanno ripiombare in un quadro preoccupante.

Obiettivi difficili da centrare!

L’istantanea scattata dall’Istat, infatti, è quella poco incoraggiante di un Paese che dopo tre anni smette di crescere e rende più difficile, se non impossibile, secondo gli analisti, immaginare di centrare gli obiettivi di finanza pubblica che fissano il Pil nel 2018 all’1,2 e nel 2019 lo fanno salire all’1,5%. Non per il governo, però, che va avanti.

Di Maio attacca il PD!

“È bene che tutti sappiate che il risultato del 2018 dipende dalla manovra approvata a dicembre 2017, che è targata Partito Democratico. Tutti sanno che la nostra Manovra deve ancora essere approvata e non può aver avuto nessun effetto sul rallentamento in atto”. Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio. “Con la Manovra del popolo vedrete – ha aggiunto – che non solo il Pil si riprenderà, ma anche la felicità degli italiani”.

Il commento di Conte.

Arriva anche il commento del premier Conte dall’India sui dati Istat che un’economia ferma: “Lo avevamo previsto, proprio per questo faremo una manovra espansiva”. Conte esclude anche una revisione al ribasso del deficit/Pil: “Non rivediamo alcunché, il 2,4% è quello, è una manovra che non abbiamo improvvisato, ma abbiamo detto che è un tetto massimo, non intendiamo superare il 2,4%”.

Due settimane per rispondere all’Europa!

Al netto delle polemiche, però la “vulnerabilità cruciale” per la commissione Europea resta il debito italiano, che rende le scelte espansive dell’esecutivo giallo-verde “incompatibili” con il rispetto delle regole Ue. E, in particolare. ipotecano “spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini”. Oltre, ovviamente, a essere “fonte di preoccupazione” per tutta la zona euro. Roma dunque ha due settimane di tempo per rispondere e fornire spiegazioni sulle ragioni della propria strategia.

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