Manovra 2019, le novità per la scuola, sanità e cultura!

Dopo un iter tortuoso tra continui “stop and go” e proteste, la Camera ha approvato in via definitiva la Manovra 2019, evitando l’esercizio provvisorio.

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Dopo un iter tortuoso tra continui “stop and go” e proteste, la Camera ha approvato in via definitiva la Manovra 2019, evitando così l’esercizio provvisorio che sarebbe scattato oggi 31 dicembre 2018. La manovra è stata anche firmata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ora potrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.  Vediamo insieme le disposizioni in merito alla scuola, sanità e cultura.

Manovra 2019 approvata: ecco le novità in materia d’istruzione, sanità e cultura

Per quanto riguarda il mondo della scuola, cambia il reclutamento degli insegnanti, con un percorso annuale di formazione all’esito del quale si ha l’abilitazione e l’immissione in ruolo. Si torna alla titolarità del docente in una singola scuola. In arrivo il tempo pieno alle elementari, le modalità verranno stabilite da un decreto del Miur, e per assicurare l’allungamento di orario viene autorizzata l’assunzione di 2 mla insegnanti. Arrivano 40 milioni per il finanziamento ordinario degli atenei nel 2019. Altri 10 milioni andranno invece al fondo per gli enti e gli istituti di ricerca e altrettanti per finanziare il diritto allo studio. Previste risorse per l’assunzione di mille ricercatori.

Per quanto riguarda la sanità, il fondo cresce di 1 miliardo nel 2019, di altri 2 miliardi nel 2020 e 1,5 nel 2021. Dal 2020 l’accesso all’incremento è legato al nuovo Patto per la salute, da siglare entro marzo. Inoltre, aumentano le risorse anche per l’edilizia sanitaria e si prevedono stanziamenti per l’Anagrafe nazionale dei vaccini. Poi, la manovra mette sul piatto 150 milioni nel 2019 e 100 l’anno nel 2020-21 per implementare il sistema di prenotazione elettronica e tagliare i tempi di attesa. Spunta una deroga per l’iscrizione agli ordini per chi svolge professioni sanitarie anche senza titoli. Infine, rinnovata la card cultura dei 18enni, ma con uno stanziamento inferiore agli anni precedenti. Prevista l’abolizione, o la progressiva riduzione fino all’abolizione, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche ed editrici di quotidiani e periodici.

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